ANNUS HORRIBILIS?

2008, bisestile. Sfigato, sì, ma con moderazione.
Proprio horribilis non saprei, ma sicuramente c’è ancora tempo perché diventi tale. In fondo è solo il 30 dicembre, che diamine.

Un bilancio di quest’anno non è facile da fare.
Perché ho la memoria corta e non ricordo nulla di quello che ho fatto, detto, letto, visto, sofferto, ascoltato, conosciuto, mangiato la settimana scorsa, figuriamoci undici mesi fa.
Per fortuna che c’è il blog. Ecco, non fosse altro che per questo, il blog è utile a ricordarsi le cose che volevi dimenticare.
Allora insomma, dai, procediamo. Andiamo di top ten o top five con il meglio e il peggio del 2008.

MOMENTI MIGLIORI DEL 2008

Il viaggio a New York sotto zero, ovviamente
La doppia visita a Napoli, in coppia e con gli amici del quore
La vacanza in Istria col mitico Dario
La “calda” accoglienza del mio giallo estivo su Apogeo
La presentazione dei progetti finali dei ragazzi del mio corso IED
L’arrivo della Sony Alpha 350
La prima lezione tenuta alla scuola di fotografia Artevision
La Blogfest di settembre
La volta che hanno fatto vedere il mio Tumblr a Deejay chiama Italia
La domenica mattina al Torino Film Festival

MOMENTI PEGGIORI DEL 2008

Le elezioni di Aprile
La solita influenza di capodanno (che spero di scampare quest’anno)
Il solito dente rotto di inizio anno (e non si scappa)
Il solito incidente in moto (tiè!)
Le paranoie burocratiche a Formia (e la casa da vendere)
Lo spermiogramma di Luglio (seguirà altro spermiogramma nel 2009)
Lo spinning (qualsiasi lezione esclusa quella in cui ha messo i Massive Attack)

FILM MIGLIORI VISTI NEL 2008

Let the Right One In
Non è un paese per vecchi
The Millionaire
In Bruges
Il Divo
Il petroliere
Wall-E
Persepolis
Juno
Burn After Reading
Onora il padre e la madre
Il treno per il Darjeeling
Tutta la vita davanti
Paranoid Park
Hellboy 2 – The Golden Army
Il cavaliere oscuro
Cloverfield
Irina Palm
Be Kind Rewind
Vicki Cristina Barcelona

LIBRI MIGLIORI LETTI NEL 2008

Lasciami entrare
La moglie dell’uomo che viaggiava nel tempo
Il cannocchiale d’ambra
Firmino
L’eleganza del riccio
Il club dei padri estinti
Conversazioni su di me e tutto il resto
La fine (Lemony Snicket vol. 13)
Ciclopi
The Amazing Adventures of Kavalier and Clay

COMICS MIGLIORI LETTI NEL 2008

La Grande Dinastia dei Paperi (48 voll.) di Carl Barks
Spirit di Darwyn Cooke
New York (la trilogia) di Will Eisner
Gli Eterni di Neil Gaiman
Il primo numero di Lilith di Luca Enoch

DISCHI MIGLIORI ASCOLTATI NEL 2008

Portishead – Third
Sigur Ròs – Með Suð Í Eyrum Við Spilum Endalaust
Have a Nice Life – Deathconsciousness
Erykah Badu – New Amerykah Pt. 1
Beck – Modern Guilt

DISCHI MIGLIORI ITALIANI ASCOLTATI NEL 2008

Offlaga Disco Pax – Bachelite
Baustelle – Amen
Bugo – Contatti
Afterhours – I milanesi ammazzano il sabato
Le Luci della centrale elettrica – Canzoni da spiaggia deturpata

BLOG FELICEMENTE SCOPERTI NEL 2008

senza aggettivi di Elena
bloggo intestinale di Matteo
guido catalano di Guido
aria di crisi di Mauro
tempo da perdere di Feba

Non inserisco commenti personali alle mie liste, didascaliche, paratattiche, apodittiche e probabilmente eclettiche quanto i gusti del redattore.
Preferisco leggere i vostri. Che poi non arriveranno perché siete tutti su Friendfeed che è il posto-dove-essere del 2008 per eccellenza, ma tanto poi alla fine non mi caga nessuno neppure lì.
Esattamente come qua. 🙂
Buona fine e buon principio, cari.

IL POST “POST”

OK, come è ovvio, anche quest’anno sono sopravvissuto. Vi scrivo da quella finestra spaziotemporale magnifica e piena di positività che è la mia stanzetta scarsamente illuminata a mezzanotte e zeroquattro minuti – è da poco iniziato ufficialmente il 27 dicembre. La bufera è passata. Quindi, è il momento del post riepilogativo. Siccome però ho anche sonno, e le feste mi hanno abbastanza debilitato, sarò breve. Andiamo, come direbbero gli anglosassoni, per facts and figures, verificando cosa è successo tra la mezzanotte del 24 dicembre e la mezzanotte del 27.

  • Chilometri percorsi in auto: quattrocento. Beh, in realtà quattrocento erano quelli previsti, poi si sono ridotti a trecentoventi (cfr. più sotto alla voce “incidenti”). Vai a prendere la mamma a Ivrea, portala a Torino, poi riparti per Asti, cenone familiare, torna a Torino, il giorno dopo riporta la mamma a Ivrea, ritorna a Torino e il giorno dopo ancora vai ad Asti e poi ritorna a Torino. Chiaro, no?
  • Quantità di agnolotti ingeriti: centoventitrè. Agnolotti il 24 sera, agnolotti il 25 a pranzo, agnolotti il 25 a cena. Io amo gli agnolotti, specie se fatti in casa. Il trucco per non stancarsi è il doppio condimento: ragù di carne e salsiccia da un lato, panna e funghi porcini dall’altro. Il fegato ringrazia.
  • Quantità di dolciumi ingeriti: una fetta di torta di compleanno, una fetta di pandoro, qualche caramella al rosolio, qualche gianduiotto (non amo moltissimo i dolci).
  • Quantità di alcolici ingeriti: una decina di bicchieri di dolcetto, un paio di bicchieri di nero d’avola, un paio di prosecco, modiche quantità di ratafià, barolo chinato e whisky di torba.
  • Numero totale di ore passate in compagnia di componenti della famiglia: venticinque ore, contando anche quelle di sonno. Ma non è stato tanto terribile. Si sono comportati tutti abbastanza bene: mia madre è riuscita a non passare tutte le ore di luce a letto e la madre di Stefi è riuscita a non fare tutti i lavori di casa al posto nostro.
  • Regali ricevuti: a pacchi, grazie alla mia sensibile mogliera, ai parenti, gli amici e i colleghi. I più curiosi: una maglia con la parola “Fuck” molto ben evidenziata sul davanti (per darmi un tono), l’edizione inglese di Twilight (per darmi un tono ancora maggiore), un whisky (nessuno mai mi aveva regalato un whisky), un buono per un trattamento di bellezza in una SPA (mmmmm…), una lampada multicolore con touchpad (psichedelia pura), un film moderatamente sconosciuto dei primi ’70 con l’esordio di Al Pacino nel ruolo di un tossico (in pratica l’antesignano di Requiem for a Dream, chi indovina il titolo vince un cioccolatino).
  • Incidenti tipo fratture, distorsioni, etc: due. Il 24 il sottoscritto si distorce la stessa caviglia sulla quale è caduto 15 giorni prima. Il gonfiore era appena diminuito. Adesso è di nuovo a livello pompelmo. Il 26 la suocera scivola sul ghiaccio e cade di schiena, fratturandosi il coccige. Motivo per cui i km, gli agnolotti e gli alcolici del 26 dicembre sono saltati. Mettiamoci anche la gatta col sospetto edema polmonare e completiamo il quadro salutistico del natale 2008.
  • Episodi di dissenteria: sette, tutti il 26 dicembre. Troppi agnolotti, suppongo.
  • Piatti e bicchieri lavati: diciannove piatti del servizio della nonna bordati d’oro, che Stefi insisteva molto ad usare, accompagnati da dodici bicchieri di cristallo e svariato pentolame assortito. Esiste la lavapiatti, lo so, ma se non faccio almeno un’oretta di sguatteraggio dopo i pasti festivi non reggo.
  • Sigarette: una, adesso che sto finendo il post. Molto liberatoria. Peccato che abbia un effetto stimolante su un colon già troppo provato.

IL POST PRENATALE

Approfitto di un brandello di tempo per scrivere quello che potrebbe essere il mio ultimo post.
Come ogni anno, infatti, il terrore di non sopravvivere alle festività è più forte di ogni mia sicurezza interiore. Penso che il natale tiri fuori il peggio dalle persone, in termini di ansia, egocentrismo, cattiveria, ipocrisia, depressione. Di riflesso, riesce a tirare fuori il peggio anche da me, anche se non voglio. Trovo sempre spiacevole che il mio compleanno sia associato ad una festa che nella migliore delle ipotesi celebra la nascita di un profeta travisato e nella peggiore il disperato tentativo di rilanciare l’economia post-capitalista con un’orgia di acquisti.

Quello che mi aspetta adesso è la classica maratona gastronomica in famiglia. Ma si tratta di una famiglia dove per lo più ognuno porta avanti il suo monologo, poco permeabile a quello degli altri. Non dico che si faccia finta, per carità, ci si vuole tutti bene e grazie a dio non volano i coltelli. Però… è pur sempre un mettere insieme alla stessa tavola persone che non possono avere più di tanto in comune. E – grazie all’egocentrismo di cui sopra – non risulta facile passare insieme il periodo natalizio. D’altra parte, come recitava un caposaldo della cinematografia particolarmente apprezzato qui da noi, “ohana vuol dire famiglia e famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato”.

Peraltro, qualche regalo è già arrivato, qualche augurio via mail e da Facebook anche, e il sottoscritto sta ancora cercando di capire che tipo di natale vorrebbe. Tendenzialmente senza dolci, con un’attenzione particolare a chi ha bisogno a vario titolo (io suggerisco sempre gli evergreen Unicef, MSF e AIRC, ma quest’anno sono salite in top five anche le adozioni a distanza di bambini indiani). Poi mi piacerebbe che la gente non prendesse le macchine, ma che la sera scendesse in strada a piedi, con una candela accesa, e baciasse tutti quelli che incontra sulla bocca. Poi che altro… Che tutti quanti in strada si inscenasse un balletto stile Bollywood, che improvvisamente calasse il silenzio e scendesse il piede di dio come nella sigla del Monty Python Flying Circus e si ricominciasse il giorno dopo con qualcosa di completamente diverso.

Non importa cosa. Basta che sia diverso.