HOGGING SERVER CPU

Ok, ai più il titolo di questo post sembrerà criptico. Ma vi assicuro che è un post di servizio. Utile. Veramente, andate avanti a leggere. “Hogging server CPU” significa letteralmente “monopolizzare la CPU di un server“. Che a quanto pare, è quello che il sottoscritto sta facendo ai danni del suo (peraltro fidato ed efficace) servizio di hosting.

Mi è giunta infatti la voce ieri notte, che casaizzo.com è un sito pericoloso, che trasgredisce alla policy d’uso di Webhostingbuzz accaparrandosi tutte le risorse del server che – per ovvi motivi di costi – condivido con un migliaio di altri siti. Cosa succede? Un improvviso picco di visite? Ho anche pensato “merda, non dovevo mettere link a siti di torrent, mi hanno beccato”. Poi, l’illuminazione. Chiedere al Beggi. Perché il Beggi risolve, sempre. Una volta mi ha imposto le mani sul monitor via GTalk e tutti gli elettrodomestici di casa hanno ricominciato a funzionare.

L’uomo brizzolato più desiderato del web svela quasi subito l’arcano: è colpa di un plugin di WordPress. Ci sono plugin buoni (quelli che servono e funzionano bene) e plugin cattivi (che non servono più o meno a nulla ma ciucciano risorse). Uno di questi è Statpress, che in fondo non guardavo mai, anche perché se proprio voglio vedere chi mi fa visita, quanto si ferma e cosa legge uso Google Analytics. Ma si sa, i plugin sono come i gattoni di polvere: non te ne accorgi e si accumulano sotto il letto.

Perciò, via questi plugin cattivi! Certo, i signori sistemisti di Webhostingbuzz potrebbero evitare di inviare mail così inopportunamente minatorie. Finisce che uno ci perde il sonno, a capire cosa ha combinato per meritarsi perle di gelo anglosassone come “This is not acceptable and action must be taken immediately, otherwise we will be forced to suspend your account”. Comunque, eliminato il plugin, non si sono più fatti sentire. Dovrebbe valere il vecchio adagio “nessuna nuova, buona nuova“.

Tra le altre cose, grazie a questa storia ho compreso che Boss Hogg – il cattivo di Hazzard – in fondo non era altro che un “capo monopolizzatore“.
O forse era semplicemente il porco a capo dei porci. Who knows?

EDUCAZIONE ALL’IMMAGINE

Sappiate che c’è sempre un motivo, se non scrivo qui sopra. A volte è brutto, a volte è bello, a volte è così così. Anzi, per la maggior parte delle volte è un motivo così così. Anche perché è dicembre stesso ad essere un mese così così. Ma non divaghiamo. Il motivo stavolta è bello, apprezzabile, interessante. Ha a che fare con le mie velleità da professore mancato. Quanto avrei voluto restare nell’ambito universitario, a dare voti alti in cambio di prestazioni sessuali. Mi sarei accontentato anche di un liceo. Avrei aspettato che le studentesse fossero maggiorenni prima di richiedere prestazioni sessuali. Giuro. Ma nel lontano 1995 c’è stato uno dei punti di svolta della mia vicenda umana e professionale. Non ho vinto il dottorato di ricerca. Fuori, dunque, ad allargare le schiere dei precari. Il resto è un’altra storia.

Comunque sia, a me l’aula piace. La formazione è la mia seconda cosa preferita dopo il giornalismo. A livello professionale, intendo. Altrimenti in assoluto entrambe le cose scenderebbero di una decina di posizioni. Per questo, pur con tutte le difficoltà del caso, accetto di buon grado quando mi chiamano nelle scuole superiori a parlare di cinema, di pubblicità o di comunicazione. Per questo mi sono buttato con entusiasmo nell’esperienza più continuativa dello IED (e i ragazzi sono bravi, e di soddisfazioni ne danno). Per questo ho unito le mie forze con i ragazzi dell’associazione Artevision prestandomi a diventare una presenza fissa nei loro corsi di fotografia.

Ho cercato di mettere in chiaro fin da subito che non sono un fotografo professionista, e lo dico per sincerità all’inizio di ogni lezione. Ma i corsi di Artevision sono organizzati in modo tale da avere diversi insegnanti per diversi aspetti della fotografia. Ecco, rassicuratevi, io non ho nulla a che fare con tutta la parte tecnica. A me toccano gli argomenti che effettivamente mi stanno più a cuore: l’educazione all’immagine (altresì detta “alfabetizzazione iconica” o “semiotica visiva” volendo fare più i fighi), la storia della fotografia e la promozione su web delle foto. Alla fine sta tutto nella passione che si riesce a trasmettere e io – nonostante da fuori possa sembrare un gelido bastardo – di passione ne ho da vendere, se l’argomento mi interessa. E mi interessa.

Quindi, giovani studentesse, iscrivetevi ai corsi di fotografia di Artevision. Ce ne sono diversi, dal livello base a quello avanzato, dall’analogico al digitale, con approfondimenti sul reportage, il ritratto, la foto di architettura. Poi ci sono anche workshop più intensivi di camera oscura, di fotoritocco, di marketing artistico. Per non parlare delle mostre e delle esposizioni permanenti.
Ma soprattutto ci sono io, che non mancherò di esaminare a fondo le vostre… foto.
Ci vediamo là.

TEMPO DI REGALI

Si avvicina il periodo più temuto dell’anno. La tripletta 24-25-26 dicembre. Che vuol dire compleanno del sottoscritto, sempre più vicino agli -anta, natale in famiglia e santo stefano pure, dato l’onomastico della signora moglie. Non vi sto a ripetere quanto questo periodo dell’anno mi procuri una serie di emozioni miste tipo: ansia, depressione, malinconia, rimpianto, preoccupazione, acidità, panico, rabbia. Sopravvivo solo grazie all’amore.

Se volete dimostrarmi il vostro amore (che è grande, lo so, e anche se fosse solo una piccola briciola di amore varrebbe sempre la pena), vi segnalo come. Esiste una wishlist aggiornata che comprende tanti bei film in DVD (ce ne sono anche da pochi euro) oltre a robe grosse che potete fare a meno di guardare. E poi c’è un’intero scaffale dei desideri su Anobii, ricco di libri che potreste inviarmi a casa (se poi volete venire a portarmeli di persona sono anche più contento, l’indirizzo giusto ve lo dico in privato).

So che vi state affrettando tutti tra innominabili centri commerciali, tristissimi mercatini di natale e affollatissimi negozi del centro. Vi prego, pensate anche un po’ a me.
Se non altro, regalatemi un commento poetico, illuminante e pregno di significato.
Siate buoni con il vostro dirimpettaio digitale.
Lui sarà buono con voi.