Approfitto di un brandello di tempo per scrivere quello che potrebbe essere il mio ultimo post.
Come ogni anno, infatti, il terrore di non sopravvivere alle festività è più forte di ogni mia sicurezza interiore. Penso che il natale tiri fuori il peggio dalle persone, in termini di ansia, egocentrismo, cattiveria, ipocrisia, depressione. Di riflesso, riesce a tirare fuori il peggio anche da me, anche se non voglio. Trovo sempre spiacevole che il mio compleanno sia associato ad una festa che nella migliore delle ipotesi celebra la nascita di un profeta travisato e nella peggiore il disperato tentativo di rilanciare l’economia post-capitalista con un’orgia di acquisti.
Quello che mi aspetta adesso è la classica maratona gastronomica in famiglia. Ma si tratta di una famiglia dove per lo più ognuno porta avanti il suo monologo, poco permeabile a quello degli altri. Non dico che si faccia finta, per carità, ci si vuole tutti bene e grazie a dio non volano i coltelli. Però… è pur sempre un mettere insieme alla stessa tavola persone che non possono avere più di tanto in comune. E – grazie all’egocentrismo di cui sopra – non risulta facile passare insieme il periodo natalizio. D’altra parte, come recitava un caposaldo della cinematografia particolarmente apprezzato qui da noi, “ohana vuol dire famiglia e famiglia vuol dire che nessuno viene abbandonato o dimenticato”.
Peraltro, qualche regalo è già arrivato, qualche augurio via mail e da Facebook anche, e il sottoscritto sta ancora cercando di capire che tipo di natale vorrebbe. Tendenzialmente senza dolci, con un’attenzione particolare a chi ha bisogno a vario titolo (io suggerisco sempre gli evergreen Unicef, MSF e AIRC, ma quest’anno sono salite in top five anche le adozioni a distanza di bambini indiani). Poi mi piacerebbe che la gente non prendesse le macchine, ma che la sera scendesse in strada a piedi, con una candela accesa, e baciasse tutti quelli che incontra sulla bocca. Poi che altro… Che tutti quanti in strada si inscenasse un balletto stile Bollywood, che improvvisamente calasse il silenzio e scendesse il piede di dio come nella sigla del Monty Python Flying Circus e si ricominciasse il giorno dopo con qualcosa di completamente diverso.
Non importa cosa. Basta che sia diverso.
grazie mitì, tu mi confondi…
Buon Tuo Giorno Natale, tesoro! E un bacio per anno :-)*
Grazie professore… lei come sempre mi indica la via! Tante buone cose, anche per il 2009!
Ricordi sempre signor Izzo “cu avi la cummirità e `un si nni servi mancu lu cunfissuri lu pò assolviri”, ovvero chi ha la possibilità di vivere bene e non la sfrutta non può essere perdonato neanche dal confessore.
Viva bene, secondo coscienza, queste feste e vedrà che tutto andrà per il meglio.
Un caldo augurio dalla mia Sicilia a lei e famiglia
Antonio Tonino Scolla