IL FILM SPERIMENTALE DI TAKESHI KITANO

Ho un problema con questo ultimo, brevissimo, film di Kitano. Lui lo definisce un film sperimentale, e certamente è così. Si tratta di un gioco di specchi cinematografico per cui lui ha tirato in ballo cubismo e astrattismo e che in realtà è “semplicemente” un film che mira a giustapporre le due anime di Beat Takeshi.

L’anima autoriale, quella dei film come Violent Cop, Sonatine o Brother, sta nella prima metà del film (circa mezz’ora). È la storia di un killer ormai anziano che viene catturato da due detective e convinto a infiltrarsi alla corte di un capo yakuza per ucciderlo. 

Poi c’è l’anima “Beat”, quella comica del personaggio televisivo che faceva cabaret negli anni ’70 e ’80 e che ha inventato il format Takeshi’s Castle (da noi rimaneggiato nel mitico Mai Dire Banzai). Ed ecco che la stessa storia viene ripercorsa nella seconda parte del film in chiave comica, slapstick, demenziale.

Il problema che ho con questo film di Kitano è che io non ho mai molto sopportato la sua vena comica televisiva tanto quanto ho apprezzato il Kitano autore cinematografico (se devo dire, poi, prediligo i film tipo L’estate di Kikujiro o Il silenzio sul mare). Quindi Broken Rage per me è un oggetto sperimentale certamente, ma – diciamo così – poco coinvolgente. Sta su Prime Video, se volete.

Hai qualcosa da dire?

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.