Non mi stancherò mai di ripetere che ci sono al massimo tre distributori home video validi in Italia: Rarovideo, Mondo Home Entertaiment e Ripley’s Home Video. Quest’ultima, in particolare, oltre ad impazzare con collane dedicate a Totò, Aldo Fabrizi e Alberto Sordi (possono non piacere, ma rappresentano una fetta cospicua del patrimonio cinematografico nazionale) e a proporre classici erotici del calibro di Walerian Borowczyk, è la patria dei film del nuovo cinema tedesco (nuovo… quello degli anni ’70-80, intendo). Gli esperti e gli appassionati di Wim Wenders, Werner Herzog e R.W. Fassbinder (come il sottoscritto) dovrebbero svenarsi per stare dietro a tutte le uscite. O se no, appostarsi presso i rivenditori che ogni tanto fanno qualche offerta e fare come me, che per continuare nella grande tradizione del cinema d’autore ho appena acquistato Tokio-Ga di Wenders e Querelle di Fassbinder. Ovviamente due film consigliati, sempre che piaccia il genere documentario diaristico o il genere sado-gay estetizzante e fumoso. Tokio-Ga è un viaggio nella capitale giapponese datato 1985 sulle tracce di Ozu e dei suoi viaggi a Tokyo degli anni ’60. Metacinema, paesaggi urbani, suggestioni alienanti e coloratissime per una città che Wenders ama molto e che sarebbe poi ricomparsa in un altro documentario (Appunti di viaggio su moda e città, sempre su RHV) e in Fino alla fine del mondo (cofanetto im-per-di-bi-le sempre RHV). Querelle… beh, è uno di quei classici film maledetti tipo Salò o Ultimo tango a Parigi, spesso tagliati, censurati, messi all’indice dei film proibiti. Ovviamente è un film forte, e anche straniante nel suo surrealismo, nella sua teatralità e nel suo uso di citazioni e didascalie godardiane a più non posso. La storia (da Genet) è quella di un marinaio omicida che passa attraverso una serie di espiazioni (molto spesso fisiche) per "trovare la sua identità". La curiosità: Querelle avrebbe dovuto vincere il Leone d’oro nell’82 (postumo, dato che Fassbinder si era bruciato prima dell’uscita del suo ultimo film). La giuria diede poi il premio al "rivale" Wenders per Lo stato delle cose (sempre RHV e sempre molto consigliato). Marcel Carné, presidente di giuria, si dissociò dicendo che volenti o nolenti, Querelle sarebbe entrato di prepotenza nella storia del cinema, premio o non premio. Guardate e giudicate voi…
Tag: rhv, wenders, fassbinder
Ecco appunto dimenticavo Jeanne Moreau. Qualunque cosa abbia lei in mezzo, vale la pena. Soprattutto Jules e Jim, La sposa in nero, Gli amanti, La notte… e poi se non sbaglio appare affascinante anche in Nikita 🙂
querelle vale per il film e per quei minuti di splendore in cui jeanne moreau intona “each man kills the things he loves”.
ciao.
elena