THE SALIERI ALBUM

Cecilia Bartoli (una delle nostre voci liriche più conosciute) prosegue nella sua ricerca musicale orientata a scovare gemme italiane nascoste, come in questo recentissimo Salieri Album (Decca, 2003) che riprende le arie più interessanti di Antonio Salieri, il compositore di corte più volte sputtanato dal più eclettico Mozart… D’accordo – sarà anche vero che Salieri non era all’altezza del genio, ma per chi vuole ascoltare composizioni interessanti che rispecchiano il periodo del tardo 17mo secolo l’album diventa fondamentale. Io non sono un grande esperto di lirica – generalmente non la sopporto. Ma convengo che c’è un perché, se la Bartoli è così famosa. Anche se dicono che ormai anche lei sta diventando manieristica. Ho acquistato questo CD come regalo di natale per il mio padre padrone… speriamo che apprezzi anche lui.

DAL PAISLEY UNDERGROUND AI WHITE STRIPES

Ma quanto mi piacciono i White Stripes? Tanto! Da quando ho ascoltato Seven Nation Army la prima volta il desiderio di ascoltare tutto l’album è stato molto forte… finalmente eccolo qua. Per quanto non possa sentirlo a pieno volume (le Note Stampa delle nuove, e già vecchie, vetture Fiat incombono su di me) posso dire cosa mi sembra. Mi sembra che dalle mie casse escano ancora una volta gli Stooges. OK, magari esagero… ma il concetto è quello. Ball and Biscuit rende l’idea. In un pezzo mi ricordano anche i Dream Syndacate, indimenticata meteora musicale che ha attraversato i miei anni ’80 (assieme agli Opal di Kendra Smith, i Green on Red e quel paisley underground che faceva tanto loner verso la fine del liceo). Un ascolto tira l’altro, insomma. Poi questo fatto di fare tutte le copertine rosse bianche e nere… mi intrigano, mi incuriosisce questo progetto stilistico che si protrae nel tempo. Almeno mi aiutano a passare il tempo che mi separa dal Motorshow di Bologna.