PADDINGTON VS LE SUORE

C’è stato un tempo in cui Paddington e/o Paddington 2 erano entrati nella classifica dei 250 migliori film di IMDB al secondo posto, tipo. O forse me lo sono sognato. Comunque è fuor di dubbio che i film della serie di Paddington sono bellissimi e nulla hanno da invidiare ai valori produttivi e mitopoietici della serie di Harry Potter, per citare un’altra IP molto british. I film di Paddington sono splendidamente umoristici, ottimamente interpretati dai migliori attori britannici in circolazione e Ben Wishaw rende l’orsetto eponimo assolutamente “vivo”.

Paddington in Perù mostra un pelo di stanchezza nel “non saper più dove andare a parare” e forse anche nel cambio di regia (qui è Dougal Wilson). La famiglia Brown è un po’ persa, ognuno si fa i cazzi suoi, non c’è più quel feeling da “tutti sullo stesso divano”, ma prontamente arriva una lettera dalla Casa di riposo per Orsi in Perù, dove vive la zia Lucy che ha tanta nostalgia di Paddington.

Ovviamente tutta la famiglia parte per un viaggio esilarante in Perù e nella foresta amazzonica, accompagnati da due personaggi potenti come la madre superiora a capo della casa di riposo (Olivia Colman) e il capitano della barca che fa le crociere sul Rio delle Amazzoni (Antonio Banderas), entrambi un po’ squinternati e soprattutto estremamente sospetti (lascio a voi immaginare chi dei due è più sospetto alla fine).

Il macguffin qui è che la zia Lucy sembra scomparsa e a quanto pare questo ha a che fare 1) con le origini stesse di Paddington e 2) con la mitica pista verso Eldorado tanto bramata dai conquistadores spagnoli (di cui ovviamente Banderas è un diretto discendente). Che altro dire: la Colman si porta un po’ tutto il film sulle spalle, quando appare lei è come se ci fosse una sferzata di energia folle. Il lieto fine è d’obbligo e non è scontatissimo. Di Paddington non se ne ha mai abbastanza.

DEL MEGLIO DEL NOSTRO MEGLIO 2024

Lo sento, lo percepisco: conosco l’esaurimento nervoso che vi provocano i regali dell’ultimo minuto, gli apericena con gli amici che non vedete durante l’anno ma che si presentano tutti prima di Natale, l’organizzazione della cena o del pranzo che è la madre di tutte le cene e i pranzi dell’anno. Ecco perché sono qui, alle due del mattino di un 23 dicembre a proporvi LA LISTA.

Come ogni anno, vi metto qui un riepilogo dei miei ascolti, le mie visioni, le mie letture del 2024. Come ogni anno, la formula è la solita: stavolta però ho cercato di limitarmi a cose che sono uscite nel 2024, quindi ho evitato di mettere gli album, i film o i libri usciti a fine 2023, per non creare confusione o sovrapposizioni. Lo sforzo più grande è linkare tutto, ma senza i link non sarebbe un post di servizio per chi legge. Ossia, tornando a bomba, magari volete regalare un libro, un CD, un DVD (si usano ancora?). Boh, magari un Blu-Ray. O semplicemente volete sfondarvi di serie TV sul divano o di podcast mentre guidate senza meta nella nebbia in cerca di un senso che non trovate. Procediamo, orsù.

A livello di ascolti il 2024 è stato molto denso e ricco di offerte eterogenee e sorprendenti. La mia top 3 è assolutamente personale e a prova di eclettismo. Tutta la lista presenta secondo me gli ascolti da non perdere dell’anno.

Cindy Lee – Diamond Jubilee
The Cure – Songs Of A Lost World
Kendrick Lamar – GNX
Beth Gibbons – Lives Outgrown
Fontaines D.C. – Romance
Kim Gordon – The Collective
The Smile – Wall Of Eyes
Faye Webster – Underdressed at the Symphony
St. Vincent – All Born Screaming
Pet Shop Boys – Nonetheless
Charli XCX – Brat
Idles – Tangk
Jack White – No Name
Kali Uchis – Orquídeas
Nala Sinephro – Endlessness
Vampire Weekend – Only God Was Above Us

Alla musica italiana dedico sempre una “listina” a parte: quest’anno ci sono conferme importanti ma anche un esordiente che mi fa impazzire. Marracash è uscito subito prima di Natale ma cazzo, che bomba.

Marracash – È finita la pace
Subsonica – Realtà aumentata
Cosmo – Sulle ali del cavallo bianco
Mace – Māyā

La rappresentante di lista – Giorni felici
Tre Allegri Ragazzi Morti – Garage Pordenone
Kid Yugi – I nomi del diavolo
Pietro Mio – Arriva… Pietro Mio!
Cesare Cremonini – Alaska Baby

Quali sono i film imperdibili del 2024? Te lo dico io, cercando di equilibrare i mattoni con le uscite più commerciali e limitando lo splatter a… no, vabbè lo splatter domina. Non ho messo Perfect Days perché è del 2023 però cazzo io l’ho visto nel 2024… vabbè.

Anora
Vermiglio
Kinds of Kindness
Dìdi
Wicked Part 1
Furiosa

Parthenope
Civil War
Made in England – The Films of Powell & Pressburger
Saturday Night
Love Lies Bleeding
The Substance

Longlegs
Drive Away Dolls
Evil Does Not Exist
MaXXXine
Heretic
Blink Twice
Thelma
Hit Man

I Saw The TV Glow

Mi piace sempre fare una lista separata per i film d’animazione, che giocano un po’ in un campionato a parte. Qui i migliori dell’anno sono facili.

Flow
The Wild Robot

Memoirs of a Snail
Look Back
Inside Out 2
Orion e il buio
My Oni Girl

Quali serie TV non devi assolutamente aver perso nel 2024? Senza pretesa di essere assolutamente esaustivo, qui ci sono i miei 2 cents, come si suol dire.

Baby Reindeer
Ripley
Mr. e Mrs. Smith
Il problema dei tre corpi

The Bear 3
Abbott Elementary 3
A man on the Inside
Fallout
Eric
Come uccidono le brave ragazze
Dead Boy Detectives

E se voglio le migliori serie animate dell’anno? Presto fatto, eccole qua! Non tutte sono adatte anche ai piccoli di casa, ma insomma, ci si fa un’idea dai trailer.

Jentry Chau vs the Underworld
DanDaDan
Terminator Zero
Ranma ½
SandLand
Dragon Ball Daima
Iwajù: City of Tomorrow
Batman: Caped Crusader
X-Men 97
Due Fantagenitori

Sui libri di solito sono un po’ più criptico perché negli ultimi anni ho un po’ smesso di leggere fiction e quasi sempre mi ritrovo con il comodino e il Kindle affollato di saggi (per chi non lo sapesse io curo una newsletter su femminismi e lotta al patriarcato dal punto di vista maschile, quindi ci sta che il tema spesso sia quello). Ecco qui in ordine sparso i libri che ho apprezzato di più quest’anno.

Valerio Bassan – Riavviare il sistema
Ben Smith – Traffic
Gabriella Parca – I sultani
Riccardo Falcinelli – Visus
Michela Murgia – Dare la vita
Lorenzo Gasparrini – Filosofia maschile singolare
Giulia Siviero – Fare femminismo
Jennifer Guerra – Il femminismo non è un brand
Francesca Cavallo – Storie spaziali per maschi del futuro
Maura Gancitano – Erotica dei sentimenti
Isa Borrelli – Gender is over
Judith Butler – Chi ha paura del gender

Anche qui voglio dividere i fumetti e i graphic novel dai saggi che ho letto durante l’anno. I titoli migliori del 2024 secondo me sono questi. Ho fatto una piccola stiracchiatura perché Hirayasumi è una serie ed è iniziata a fine 2023, ma per me è uno dei manga TOP del 2024. Anche Aomanju è uscito finora in 4 volumi.

Zerocalcare – Quando muori resta a me
Charles Burns – Final Cut
Emil Ferris – La mia cosa preferita sono i mostri 2

Zidrou, Jordi Lafebre – Un’estate fa 2
Hubert, Zanzim – La mia vita postuma
Hisae Iwaoka – Aomanju la foresta degli spiriti
Manu Larcenet – La strada
Aurélien Ducoudray, Guillaume Singelin – The Grocery
Eleonora C. Caruso, Noah Schiatti – Sangue
Micol Beltramini, Agnese Innocente – Heartbreak Hotel
Jillian e Mariko Tamaki – Roaming
Keigo Shinzō – Hirayasumi

Infine, ti voglio dire i miei podcast e le mie newsletter preferite del 2024 (per forza di cose qui magari si tratta di prodotti che sono iniziati nel 2023). Cominciamo con i podcast, che tanto basta guardare il mio Spotify Wrapped.

Irene Facheris – Tutti gli uomini
Vera Gheno – Amare parole
Claudio Morici – La malattia dell’ostrica
Rivista Studio – Stilnovo
Paolo Giordano – In viaggio non pregare
Bao Publishing – Fortezza fumetto
Luca Misculin – L’invasione
Scuola Superiore Sant’Anna – Mai dire maschi

Da quando sono su Substack ho ritrovato il piacere di scrivere, e ovviamente anche di leggere, in un ambiente non tossico che mi riporta finalmente allo spirito della blogosfera di 20 anni fa. Ed ecco le letture che vi consiglio.

Francesca Cavallo – Maschi del futuro
Andrea Alesci – Linguetta
Lorenzo Fantoni – Heavy Meta
Luca Gandini – Genitori instabili
Enrica Nicoli Aldini – Anche una donna qui
Alice Orrù – Ojalà
Donata Columbro – Ti spiego il dato

Direi che è tutto, buone feste e ci risentiamo nel 2025!

BLINK TWICE: RICCANZA E PATRIARCATO

Un problema che ho con i #metoo thriller (ormai è diventato un sottogenere) è che alla fine il messaggio è sempre lo stesso, quanto è brutto il patriarcato. E va bene, questo si sa. Non è che questa cosa comunque renda Blink Twice di Zoë Kravitz un film meno godibile.

Il film inizia con un trigger warning “violenza sessuale” molto esplicito. Poi prosegue per quasi un’ora e dieci disseminando piccoli indizi inquietanti in un contesto altrimenti ricco, spensierato e lussuoso, per poi esplodere con il plot twist (che ovviamente include violenza sessuale) nell’ultima mezz’ora.

Frida (Naomi Ackie) e Jess (Alia Shawkat, l’indimenticata Maeby di Arrested Development) riescono a farsi invitare sull’isola di proprietà del miliardario Slater King (Channing Tatum), di cui Frida è da tempo invaghita. Lui è un personaggio un po’ alla Elon Musk (anche se poi – vedremo – è più alla Sean Combs), un tech bro che va in terapia per risolvere non meglio identificati tormenti interiori.

La vita sull’isola è più che perfetta, finché l’accumulo di indizi inquietanti fa sì che Frida si ricordi qualcosa… e qui mi fermo. Blink Twice è un cocktail abbastanza riuscito di Promising Young Woman mescolato con Men, Get Out, Triangle od Sadness, Saltburn (nel senso che è appunto un film a tesi contro la violenza maschile e contro lo strapotere dei riccastri).

Più che altro non è nulla di nuovo sotto il sole, però è un nulla di nuovo fatto bene: Kravitz ha studiato bene la messa in scena, la scelta delle inquadrature e delle atmosfere (anche se stona un po’ il suo modo di mescolare violenza e umorismo – non sei Tarantino) ed è aiutata da ottime interpretazioni attoriali.