GUERRE E LIBERAZIONI

GUERRE E LIBERAZIONIAllora, le cose stanno così.
Nel 1934 i nonni si sposavano e veniva loro assegnata la gestione del cinema comunale “Littorio” di Barge. Lui proiezionista, lei addetta al bar e alla cassa. Nell’ottobre del 1935, il nonno viene richiamato e spedito in Etiopia a combattere. Viene ferito a un ginocchio e – considerato spacciato – viene rispedito a casa. Rasato a zero e dimagrito di 15 kg, viene accolto da moglie e suocera, che al binario della stazione di Barge gli rivolge la fatidica domanda “Voes-tu dui oeuv al palèt?” (Vuoi due uova al tegamino?). Curato a suon di clisteri, il nonno riprende le forze, tanto che nel dicembre del 1937 nasce mia madre. Le cose procedono relativamente bene tra il cinema e la vita familiare, finché non spirano di nuovo venti di guerra.

A quel punto, prima dell’entrata in guerra ufficiale dell’Italia, il nonno riesce ad ottenere il trasferimento nel corpo dei Vigili del Fuoco. Il tempo della guerra passerà così, a scavare tra le macerie dei bombardamenti, a portare in salvo paesani e partigiani quando poteva, senza le interferenze dei tedeschi asserragliati nel loro quartier generale, l’albergo Cannon d’Oro di fianco al Comune.

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CHROMECASTAMI ‘STO PLEX 2.0

CHROMECASTAMI 'STO PLEXBenvenuti nell’angolo del nontecnico. Oggi vi spiego la Chromecast. Siate avvertiti che è un post che annoierà a morte chiunque non si interessi di riproduzione video, cavetteria e comandi Unix, mentre farà incazzare a morte i precisetti della tecnologia che troveranno il mio linguaggio poco adatto e i miei suggerimenti dettati dalla scarsa voglia di approfondire. Per come sono messo io dal punto di vista tecnologico, essere arrivato a questo livello di approfondimento è già un evento. Ricordiamo infatti, come diceva il nume tutelare dei nerd Douglas Adams che “qualunque tecnologia fosse già a disposizione quando sei nato è naturale come l’aria che respiri; qualunque tecnologia inventata entro i tuoi 35 anni è utile, cool e potenzialmente ti ci puoi fare una carriera; qualunque tecnologia inventata dopo i tuoi 40 anni è fondamentalmente inutile ed è uno strumento del demonio” (cito a memoria e poi magari non è nemmeno lui che lo ha detto). Comunque. Io son qui che lotto per restare almeno nella seconda fascia.

Questo Natale mi hanno fatto un regalo bellissimo, la Chromecast. Vale tutti i suoi 35 € (lo so, per riguardo non si dovrebbe dire che so quanto costa, ma lo so). Di cosa si tratta? Di un Dongle HDMI… Dai, scherzavo, di una “chiavetta” che permette di trasformare il tuo televisore tradizionale in una smart TV in grado di riprodurre video di YouTube e di trasmettere sullo schermo il contenuto delle schede del browser Chrome (che sembra una cazzata e invece vedremo che è la cosa principale). La chiavetta ha due uscite: una HDMI (la devi collegare in una delle porte HDMI del televisore di casa, a patto ovviamente che sia un televisore di al massimo 7 o 8 anni fa) e una USB (la devi collegare a una delle porte USB del tuo televisore, sempre che… come sopra) che serve per alimentare la Chromecast evitando di usare il pesante alimentatore incluso nella pur minuscola confezione.

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LA FESTA DELLE MEDIE

LA FESTA DELLE MEDIE[Preventivamente, attivare come colonna sonora del post l’immortale brano di EELST più indicato a commentare quanto segue…]

Io alle medie ero uno sfigato. Molto sfigato. Avevo maglioncini orribili dai colori e dalle fantasie inquietanti. Occhiali da secchione pur non essendo una grandissima cima. Occhiali che venivano presi e gettati via, o preferibilmente infilati in un cesso a caso dal bulletto di turno. Diari di scuola pieni di note di condotta tipo “Sbadiglia in classe” (incredibile, vero, quanto ero provocatore) e di ritagli di David Bowie, Gary Numan, Franco Battiato e Garbo (vi prego di notare la sequenza Bowie / Numan / Battiato / Garbo: esiste un filo logico, c’è un perché). Questi diari li ho ancora. Fino all’altro giorno erano l’unica cosa che potesse vagamente ricordarmi di quel momento distorto nel continuum spazio-temporale che prende il nome di “scuole medie”.

Ho una memoria selettiva, e la testa piena di informazioni da processare. Tutto quello che è successo prima dei miei 16 anni è praticamente avvolto in una nebbia da cui emergono singole esperienze più o meno piacevoli che hanno lasciato il segno più di altre, e che in qualche modo hanno contribuito a definirmi come persona. Il resto, non so. Ci sono però situazioni che possono innescare il ricordo e – forse perché invecchiando capita così – alle volte te le vai a cercare, un po’ per capire cos’è che hai espulso dalla tua memoria così radicalmente, un po’ per semplice curiosità. Da cui la temutissima “cena delle medie” (equivalente quarantenne della “festa delle medie” citata in apertura e magistralmente cristallizzata nella celebre inquadratura in illustrazione).

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