Da quando hanno trasferito baracca e burattini praticamente nel cortile di casa mia, respiro “La Stampa” giorno e notte. Più che logico, quindi, che come un guardone del tutto professionale io stia a spiare dal buco della serratura tutto quello che fanno in redazione.
Origami è il nuovo “oggetto” uscito dalle rotative di via Giordano Bruno e io – come giornalista e designer – non posso fare a meno di dire la mia.
Battute a parte, Calabresi & C. negli ultimi mesi stanno facendo un lavoro paradossale: prendono il “vecchio” e lo fanno passare per nuovo. Il “nuovo/vecchio” è una categoria che piace molto, si sposa bene con il concetto tutto sabaudo di innovazione nella tradizione. Da qui, in epoca di frenesie social, la decisione di inviare una newsletter via email (le email di Calabresi sono sconcertanti, non si può nemmeno dire che abbia scoperto l’acqua calda, forse piuttosto che siamo noi lettori ad esserci abituati a quella appena tiepida). Sempre da qui, secondo me, il meritorio obiettivo di “fermare il mondo” in un foglio di approfondimento. L’Origami, appunto.