Come ogni fine anno sento, non so, come una sensazione di apocalisse incombente. Mi agito e non capisco cosa succeda, poi realizzo: è il mio lato ossessivo compulsivo e compilatore di liste che spinge per uscire. E dice “COOOOOSA siamo a metà dicembre e ancora non hai compilato la tua lista dei migliori filmdischilibrifumetti del 2019? Dovresti fare quella del DECENNIO, come fanno tutti i listaroli degni di questo nome!”.
E insomma, eccoci qua, è di nuovo quel periodo dell’anno.
Fuoco alle polveri, è il Listageddon!
FILM
Non è mai facile. Oddio, quest’anno è abbastanza facile, sono usciti diversi film pompati come capolavori che alla fine sì, insomma… sono dei capolavori. Però mi riservo sempre di vedere qualcosa che esce a fine anno che magari sbaraglia la lista. Comunque, quella ufficiale, in ordine rigorosamente sparso, è questa.
- Parasite
La distopia (nemmeno troppo distopica) di Bong Joon-Ho tra commedia, suspence hitchcockiana ed esplosioni di violenza. Movimenti nello spazio, sangue e pioggia. - Once Upon a Time in Hollywood
La nostalgia canaglia secondo Tarantino, due film in uno: il primo elegiaco, il secondo frenetico e – per la seconda volta dopo Inglorious Basterds – il cinema riscrive la storia. - The Irishman
Quando si dice “film testamento”, un fiume di immagini di 4 ore sulla vecchiaia, la morte, la fine delle illusioni, la solitudine. Ah, e ovviamente la mafia. - Us
La lotta di classe secondo Jordan Peele, tra doppelgänger inquietanti e riflessioni sulla società americana del nuovo millennio. - The Dead don’t Die
L’adorabile versione di Jarmusch sugli zombi, con un cast all star e il suo proverbiale humour deadpan. - The Favorite
Sarebbe di fine 2018 ma sta in molte liste del 2019, il film di Lanthimos sulla regina Anna (Olivia Colman). Intrighi a corte, dominazione femminile e conigli. - Midsommar
Seconda prova di Ari Aster, per me superata alla grande. Horror disturbante come pochi, molto psichedelico e senza scampo. - Border
Fantasy urbano svedese (e già questa definizione basterebbe) tratto da Lindqvist che è anche una riflessione sul diverso e l’inclusione sociale. - Joker
Vabbè, Joker. - Il primo Re
Una sorpresona nell’asfittico panorama italiano. Matteo Rovere avrà sempre tutta la mia stima per questo film cupo, violento, atemporale, bastardo, e soprattutto protolatino.
Ci sono sempre poi i film che devo ancora vedere, mannaggia a me, e che sicuramente credo entrerebbero nella mia lista, come JoJo Rabbit, The Lighthouse o Under the Silver Lake. E poi c’è la lista guilty pleasures, il cui podio quest’anno è saldamente occupato da Six Underground, John Wick 3 Parabellum e Shazam!… il primo goduria cinematica di inseguimenti , il secondo di sparatorie, il terzo è il film di supereroi che ho gradito di più nell’ultimo anno. Ovviamente grande escluso The Rise of Skywalker che aspetterò di vedere in VO quanto prima, ma tanto più che un film quello è un evento epocale.
LIBRI
Nel 2019 ho letto più del solito, a volte abbandonando per disaffezione, più spesso divorando pagine sul Kindle (perché lo ammetto, non ho mai voluto cedere ma da un paio d’anni lo spazio in libreria, le occasioni per leggere e soprattutto la presbiopia mi hanno fatto prediligere il formato digitale). Ho letto con gusto anche un sacco di classici, ma qui vi metto i libri del 2019 che ho apprezzato di più.
- Bianco
Ellis al suo meglio, caustico ma vero in un saggio sulla società degli anni ’10 che segue la traccia dell’autobiografia. - Patria
Il romanzo fiume di Aramburu che sulla carta non gli davo due lire e invece prende tantissimo (rapporti tra famiglie di assassini e vittime sullo sfondo dell’ETA). - Persone normali
Opera seconda di Sally Rooney, storia di una relazione difficile (anche un po’ malsana) dalle superiori all’università e oltre. Scrittura chirurgica. - Sapiens. Da animali a dèi
Vabbè dai, ho barato: il libro è del 2011 ma io l’ho letto solo quest’anno (nuova edizione: vale?). Il saggio che ho amato di più degli ultimi dieci anni, forse. - I testamenti
Il seguito del Racconto dell’Ancella di Atwood. Tecnicamente devo ancora finirlo, ma direi comunque che è una bomba. - L’istituto
L’ultimo King mi ha sorpreso per potenza narrativa e coinvolgimento emotivo. Ha capito anche lui che il filone “dodicenni con problemi (e poteri paranormali)” tira. - La paziente silenziosa
Un thriller che appare convenzionale e invece parte con un intrigo psicanalitico e chiude con un twist finale alla sciamalàian che lo ha reso la perfetta lettura estiva. - Cat person
La raccolta di racconti di Kristen Roupenian mi ha colpito assai e molte storie ti restano dentro anche dopo mesi. Un must. - L’assassinio del commendatore
L’ultimo Murakami (in due volumi) ti trasporta in un gorgo di psichedelia, arte, mistero e giapponesità con il solito grande stile. - Cercami
Il seguito di Chiamami col tuo nome, stavolta a due voci. Metà del libro dal punto di vista di Elio, metà dal punto di vista di suo padre. Curioso ed emozionante.
Avrei una paccata di roba ancora da leggere, di libri usciti nel 2019, ma vi metto qui quelli che mi paiono più appetibili: La misura del tempo di Gianrico Carofiglio, Faccio la mia cosa di Frankie Hi-Nrg, La fortezza della solitudine di Jonathan Lethem, A tutto gas di Joe Hill, Lo stato dell’unione di Nick Hornby, Siamo riflessi di luce di Samuel Miller.
ALBUM
C’o’ volum’ d’e’ cuffiett’ a vint’ (come dice Liberato), la musica che mi ha accompagnato costantemente a piedi, in bici, in macchina, a casa, al lavoro, e anche in bagno è questa. Cioè ci sarebbe molto di più ma questi dieci sono gli album che ho ascoltato con più piacerone, stuck on repeat.
- Ghosteen
Se la gioca come album dell’anno, probabilmente il capolavoro di Nick Cave. Da ascoltare con religioso amore per passare attraverso la fase più profonda del lutto presi per mano da un artista straordinario. - Magdalene
Niente, FKA Twigs non ce la fa a incidere un album meno che eccezionale. Impossibile definirla (per Wikipedia è “Alternative R&B”), è una delle cose più eccitanti uscite nella seconda metà dell’anno. - Norman Fucking Rockwell!
Lana Del Rey ha prodotto anche lei il suo capolavoro, confermandosi la cantautrice americana più influente del millennio. - Assume Form
Il nuovo album di James Blake normalizza un po’ quello che è stato un fenomeno tutto anni ’10 di alternative R&B (ancora!), grime, downtempo ed electro, ma si tratta pur sempre di un campione della produzione contemporanea (ha lavorato con Brian Eno e Stevie Wonder oltre che con Frank Ocean e Bon Iver, mica cazzi). - Fear Inoculum
Il ritorno dei Tool, chevvelodicoaffà. - When we all fall asleep where do we go
Billie Eilish è il fenomeno pop dell’anno, con buona pace di Ariana Grande che sta in tutte le liste e io invece snobbo. Billie è molto più figa. - Cuz I Love You
Oh, a me Lizzo piace assai, mi piace la sua attitudine, la apprezzava anche Prince e ne aveva ben donde. Qui meno rappusa e più funky soul, ma coinvolgente sempre. - Liberato
Vogliamo dire il miglior album italiano dell’anno? Diciamolo pure. Liberato spacca. - i,i
Sempre più ostico Bon Iver, sempre più sperimentale, sempre più affascinante. Gelido. - Hype Aura
L’altra rivelazione italiana (ma già li conoscevamo) alla prova del primo album. Rap emozionale di intelligente derivazione cantautorale. Interessanti.
Per farne stare solo dieci ho escluso Paprika di M¥SS KETA e quel piccolo gioiello trap che è 236451 di Tha Supreme, Days of the Bagnold Summer dei Belle and Sebastian o Sunshine Kitty di Tove Lo e poi, e poi… se guardo alla mia bibbia della musica on line (Pitchfork) mi rendo sempre conto che ci sono un sacco di album fighi che io non avrò mai tempo di ascoltare, ma tant’è.
SERIE TV
Di serie TV ne guardo sempre molte, per anni è stato un lavoro, poi si sa dov’è andato a finire il giornalismo oggi… ma questa è un’altra storia. Vi piazzo qui le dieci serie che più mi hanno entusiasmato tra gli esordi di quest’anno, barando solo una volta e per poco.
- Fleabag
Capolavoro assoluto dell’anno. Di quelle serie che ami o odi. Io amo Phoebe Waller Bridge. E ho amato alla follia Fleabag. E ho anche barato perché la prima stagione è uscita nel 2017 ma qui da noi ha fatto il boom quest’anno. - Watchmen
Nella seconda metà dell’anno, la serie su cui non puntavo, e invece. Stimolante a mille, dialoga in modo eccellente con il materiale di riferimento, ponendo domande invece di dare risposte rassicuranti. Puro Lindelof. - The Mandalorian
Impossibile non ri-innamorarsi dell’universo Star Wars vedendo questa serie. Jon Favreau ci ha “rimesso” il cuore. Baby Yoda è puccissimo. - His Dark Materials
Per due decenni ho atteso una versione potente su schermo della trilogia di Pullmann. Adesso è arrivata, ed è bellissima. Per orfani di Game of Thrones (non c’entra un cazzo, ma è fantasy, oh). - Unbelievable
Come dice il titolo. Una miniserie crime tutta al femminile che punta tutto sulla recitazione. Intensa, sorprendente, con un punto di vista decisamente anticlimatico. - Chernobyl
Altra miniserie che quest’anno ha spaccato. Non un docudrama ma una versione fiction (va ricordato). Eppure la storia è vera ed è più tesa di qualsiasi thriller. - The Boys
Lato supereroi, Amazon Prime ha avuto una delle idee migliori, quella di affidare a Eric Kripke l’adattamento di una serie ultrapulp di Garth Ennis. Esilarante. - Russian Doll
Natasha Lyonne, già una delle mattatrici di OITNB, alla sua prima prova di autrice. A me ha convinto assai. Una sorta di Ricomincio da capo mortifero e sarcastico. - The Dark Crystal: Age of Resistance
Un mondo ricreato “come una volta”. I pupazzi di Frank Oz tornano a far spalancare gli occhi in questo prequel del film del 1982. - Sex Education
La serie comedy che ho preferito quest’anno, con un simpatico e imbranato Asa Butterfield alle prese con il liceo e una madre (Gillian Anderson) sessuologa.
A seguire, le cinque serie già ben avviate o che addirittura si sono concluse con maggior gloria nel 2019.
- Game of Thrones 8
Si può dire quel che si vuole, ma è stata una conclusione epocale. Non vedremo mai più una serie così. - Stranger Things 3
Non ha ancora fatto il salto dello squalo, e per questo rendiamo tutti grazie. La rievocazione degli eighties non è mai stata così puntigliosa. A causa di Stranger Things adesso abbiamo la nostalgia “di ritorno”. - The Crown 3
Eccezionale serie britannica sulla cosa più britannica di sempre (la corona). In questa stagione si fa apprezzare parecchio Carlo. - Derry Girls 2
Piccola comedy irlandese che lascia il segno. merito dell’entusiasmo contagioso delle giovani protagoniste e dei loro sexyssimi accenti. - OITNB 7
Orange Is The New Black è stato probabilmente il primo grande successo di Netflix quando Netflix non era ancora… beh, Netflix. Anche in questo caso, con le dovute differenze, una conclusione epocale. Si piange assai.
E come sempre, anche qui ce ne sarebbe ancora da vedere… La mia lista è lunga e il tempo è tiranno: What We Do in the Shadows, Pen15, Euphoria, Barry e tutte quelle che ho iniziato e lasciato indietro come Marvelous Mrs. Maisel, Daybreak, Pose, Il regista nudo, tra le altre.
FUMETTI
- Momenti straordinari con applausi finti
Gipi, amatissimo Gipi. Quando ero un pischello c’era solo Andrea Pazienza, oggi c’è Gipi. Gipi che scrive e disegna un libro che parla di me, forse perché parla di tutti. Sicuramente il miglior graphic novel dell’anno e se la gioca con La terra dei figli nella produzione dello stesso Gipi. Questo è più nella vena autobiografica, e ci ricorda che siamo tutti dei coglioni. - RSDIUG (Roma Sarà Distrutta In Un Giorno)
La seconda uscita di Recchioni per Feltrinelli è un mix sperimentale di kaiju e romanità, esperimenti pittorici, Frank Miller e Bill Sienkiewicz, una storia corale di distruzione che lascia l’amaro in bocca. - La scuola di pizze in faccia del prof. Calcare
C’è poco da dire, Zerocalcare è un po’ come Joker. O come i Tool, via. Ogni volta che esce un suo libro è festa grande. - Le spaventose avventure di Kitaro
Un grande classico di Shigeru Mizuki (il manga è degli anni ’60) finalmente ristampato da J-Pop: Kitaro è un ragazzo yokai che vive nei cimiteri e ha ogni sorta di avventure: una gioia per gli occhi (quest’anno ci sarebbe già il secondo volume ma io sto indietro e vi linko il primo). - Diario della mia scomparsa
Una autobiografia per immagini, quella di Hideo Azuma (Pollon, Nana Supergirl). Alcolismo, vita da homeless e uno spaccato inedito della società giapponese. Azuma è morto pochi mesi dopo l’uscita del manga. - Dylan Dog Oggi sposi / E ora l’apocalisse
Il “caso mediatico” dell’anno, almeno in Italia, si risolve in due numeri di Dylan Dog sopra la media per scrittura, disegni e significato nell’ambito del mercato fumettistico nazionale. Chapeau a Recchioni e a tutti i disegnatori coinvolti (tanti). Nel link l’edizione in volume del n. 400. - Il principe e la sarta
Jen Wang ci trasporta nella belle époque dove un principe che ama travestirsi stabilisce un rapporto con una sartina dalle idee ambiziose. Inutile dire che è forse il graphic novel più originale letto quest’anno. - Melvina
Rachele Aragno per Bao ci fa entrare in punta di piedi nel mondo di Melvina, preadolescente in viaggio “nell’aldiqua” con tavole acquarellate e un tratto che ricorda Grazia Nidasio. - In cucina con Kafka
Delizioso, delizioso Tom Gauld. Le sue strisce sono sempre portatrici di grandi sorrisi e sogghigni. - House of X / Powers of X
Ammetto che ultimamente leggo pochissimo Marvel e DC, ma questa minisaga di Jonathan Hickman mi è sembrata veramente degna di nota. Stiamo ovviamente parlando dell’ultimo rilancio/reboot dell’universo X-Men.
Da leggere, come sempre, rimangono ancora molte uscite del 2019… Per esempio Corpi estranei di Shintaro Kago, Luna 2069 di Leo Ortolani, Andy di Typex, Rusty Brown di Chris Ware, P. La mia adolescenza trans di Fumettibrutti.
CARTOON/ANIME
Anche (ma non solo) a causa della mia condizione di babbo di seienne, sto macinando animazione come non mai. Il bello è che ci rincorriamo, io da sempre studio il cinema di animazione e mi godo le serie anime e Cartoon Network. Lui, passata la fase Peppa/Masha/Bing/George ora mi segue con entusiasmo anche su cose più adulte (che però guardo rigorosamente con lui, non chiamate il telefono azzurro). Parto con i cinque lungometraggi animati più apprezzati del 2019.
- Steven Universe Movie
Rebecca Sugar fa praticamente un giro trionfale dopo 5 stagioni di SU, e ci propone un musical classico con tutti i crismi, godibile da fan e non iniziati e soprattutto con un villain indimenticabile. - Klaus
Animazione tradizionale con un’occhio particolare all’illustrazione di una volta (e con sorprendente blend dei personaggi negli ambienti). Klaus è la storia di Natale “definitiva”, apprezzabile da grandi e piccini. - Toy Story 4
Tutte le volte mi dico “non può essere che a sto giro la spuntino”, e invece la spuntano. Anche il quarto episodio è decisamente sopra la media. - Pets 2
OK, non è magari all’altezza del primo, ma come franchise Pets è tutto sommato una delle cose più divertenti degli ultimi anni, e questo sequel soddisfa comunque. - Modest Heroes
Piccola grande sorpresa dallo studio Ponoc che mette insieme tre mediometraggi totalmente diversi tra loro e li distribuisce con questo titolo. Da vedere assolutamente (su Netflix).
Proseguo con le cinque serie animate più belle (intendo quelle che un adulto può guardare insieme a un bambino con genuino entusiasmo e interesse)
- Craig of the Creek
Serie “figlia” di Steven Universe, con tematiche più quotidiane ma trattate sempre in modo surreale grazie all’immaginazione di Craig, Kelsey e JP, i tre protagonisti “ragazzi del ruscello”. - Steven Universe Future
Dopo il film poteva sembrare che non ci fosse più nulla da dire, ma molti nodi devono ancora venire al pettine. La nuova versione di SU ci proietta in un mondo diverso, dove ai vecchi problemi se ne aggiungono di nuovi… - Infinity Train
La sorpresa di quest’anno di Cartoon Network, partita come una miniserie autoconclusiva ma recentemente promossa a “serie antologica”. Surrealismo a volontà (da uno degli autori di Regular Show). - She-Ra and the Princesses of Power
Per gli orfani di Avatar (il design è simile) o per gli amanti delle storie LGBTQI+, a me She-Ra è garbato moltissimo. Molto del merito va alla supervisione di Noelle Stevenson. - Victor & Valentino
La serie “messicana” di Diego Molano è un’altra delle chicche 2019 di Cartoon Network. I due fratellastri del titolo vanno in cerca di avventure soprannaturali e misteriose, raccogliendo un po’ il testimone dell’indimenticato Gravity Falls.
E ora le cinque migliori serie animate che però non dovreste far vedere al vostro bambino di sei anni manco morti.
- Undone
Tra le serie “per adulti” la vera sorpresa dell’anno, tutta in rotoscoping e con una struttura narrativa che vi farà uscire di testa. - Love Death + Robots
Cyberpunk fuori tempo massimo, si potrebbe dire, ma molto eccitante. Mecha design impeccabili, ultraviolenza e storie a sorpresa per questa miniserie antologica. - Rick & Morty 4
Il regalo di fine anno… Rick e Morty è una delle serie animate più cool degli ultimi anni per chi ama la fantascienza e il politicamente scorretto. - Bojack Horseman 6
C’è solo metà stagione, per il momento, ma l’hype è altissimo. Si conclude la parabola di Bojack, il cavallo depresso e alcolista, e non saranno rose e fiori. - Made in Abyss
Una serie anime con design chibi che però è un distillato di angoscia e disagio. Se amate il fantasy e non vi disturba un po’ di loli/shota, può essere la vostra tazza di té.
Ancora da vedere… Weathering with you (stupidamente perso agli eventi organizzati in autunno al cinema), Children of the Sea, I Lost My Body, Violet Evergarden (il film).
Se siete arrivati fino qui, complimenti. Vuol dire che a) avete veramente fame di nuovi contenuti culturali da consumare o b) siete ossessivo compulsivi e listaroli come me. Io avrò comunque assolto il mio compito se vi sarete segnati anche solo una cosa da leggere, vedere, ascoltare. Sipario.
P.S.: comunque se non ne avete ancora basta, ci sarebbe la lista dei 100 meme del decennio di Buzzfeed che vi metterà veramente alla prova.