Di tanto in tanto, date le magre finanze, faccio un giro in fumetteria per acquistare qualcosa che mi colpisca positivamente. Leggo poche recensioni e non frequento i grandi festival del fumetto, ma sono più che appassionato dell’arte sequenziale. Perciò, se mi prendo la briga di scrivere di un fumetto, è perché mi ha veramente lasciato qualcosa.
E la chiamano estate (ruffianeggiante traduzione italiana del titolo originale This One Summer – qui il “book trailer” animato) è uno di questi casi. Divorato in un paio d’ore di tranquillità, va lasciato riposare per rileggerlo con più calma, apprezzando meglio alcune sfumature alla luce delle rivelazioni finali.
Intendiamoci subito, non è uno di quei graphic novel dove succede di tutto e dove ci sono mille cose da spoilerare. Jillian e Mariko Tamaki (due cugine canadesi) hanno sviluppato in 320 pagine di tavole in “bianco e blu” una piccola epica dell’adolescenza femminile, in cui la vita di due amiche in una località di villeggiatura procede in modo indolente tra una bibita e una chiacchiera, tra un gioco sulla spiaggia e una passeggiata serale, nell’ansia (ma non troppa) di diventare grandi noleggiando film horror da guardare sotto le coperte o spiando i ragazzi e le ragazze più grandi mentre parlano di sesso.
Quando ho preso in mano il volume di Bao Publishing (18 euro), per prima cosa l’ho sfogliato velocemente. “Bianco e blu” (in realtà quasi più violetto) mi ha fatto pensare a qualcosa di struggente, un ricordo indefinito. Poi ho visto i blurb sul retro con raccomandazioni di Craig Thompson, Daniel Handler e Vera Brosgol – hanno funzionato. Data l’origine canadese, poi, pensavo si potesse trattare di qualcosa di simile a Brian Lee O’Malley: diciamo subito di no, non c’entra nulla con Scott Pilgrim Vs. The World, per quanto Alla deriva avesse una simile tematica adolescenziale.