DEL MEGLIO DEL NOSTRO MEGLIO 2024

Lo sento, lo percepisco: conosco l’esaurimento nervoso che vi provocano i regali dell’ultimo minuto, gli apericena con gli amici che non vedete durante l’anno ma che si presentano tutti prima di Natale, l’organizzazione della cena o del pranzo che è la madre di tutte le cene e i pranzi dell’anno. Ecco perché sono qui, alle due del mattino di un 23 dicembre a proporvi LA LISTA.

Come ogni anno, vi metto qui un riepilogo dei miei ascolti, le mie visioni, le mie letture del 2024. Come ogni anno, la formula è la solita: stavolta però ho cercato di limitarmi a cose che sono uscite nel 2024, quindi ho evitato di mettere gli album, i film o i libri usciti a fine 2023, per non creare confusione o sovrapposizioni. Lo sforzo più grande è linkare tutto, ma senza i link non sarebbe un post di servizio per chi legge. Ossia, tornando a bomba, magari volete regalare un libro, un CD, un DVD (si usano ancora?). Boh, magari un Blu-Ray. O semplicemente volete sfondarvi di serie TV sul divano o di podcast mentre guidate senza meta nella nebbia in cerca di un senso che non trovate. Procediamo, orsù.

A livello di ascolti il 2024 è stato molto denso e ricco di offerte eterogenee e sorprendenti. La mia top 3 è assolutamente personale e a prova di eclettismo. Tutta la lista presenta secondo me gli ascolti da non perdere dell’anno.

Cindy Lee – Diamond Jubilee
The Cure – Songs Of A Lost World
Kendrick Lamar – GNX
Beth Gibbons – Lives Outgrown
Fontaines D.C. – Romance
Kim Gordon – The Collective
The Smile – Wall Of Eyes
Faye Webster – Underdressed at the Symphony
St. Vincent – All Born Screaming
Pet Shop Boys – Nonetheless
Charli XCX – Brat
Idles – Tangk
Jack White – No Name
Kali Uchis – Orquídeas
Nala Sinephro – Endlessness
Vampire Weekend – Only God Was Above Us

Alla musica italiana dedico sempre una “listina” a parte: quest’anno ci sono conferme importanti ma anche un esordiente che mi fa impazzire. Marracash è uscito subito prima di Natale ma cazzo, che bomba.

Marracash – È finita la pace
Subsonica – Realtà aumentata
Cosmo – Sulle ali del cavallo bianco
Mace – Māyā

La rappresentante di lista – Giorni felici
Tre Allegri Ragazzi Morti – Garage Pordenone
Kid Yugi – I nomi del diavolo
Pietro Mio – Arriva… Pietro Mio!
Cesare Cremonini – Alaska Baby

Quali sono i film imperdibili del 2024? Te lo dico io, cercando di equilibrare i mattoni con le uscite più commerciali e limitando lo splatter a… no, vabbè lo splatter domina. Non ho messo Perfect Days perché è del 2023 però cazzo io l’ho visto nel 2024… vabbè.

Anora
Vermiglio
Kinds of Kindness
Dìdi
Wicked Part 1
Furiosa

Parthenope
Civil War
Made in England – The Films of Powell & Pressburger
Saturday Night
Love Lies Bleeding
The Substance

Longlegs
Drive Away Dolls
Evil Does Not Exist
MaXXXine
Heretic
Blink Twice
Thelma
Hit Man

I Saw The TV Glow

Mi piace sempre fare una lista separata per i film d’animazione, che giocano un po’ in un campionato a parte. Qui i migliori dell’anno sono facili.

Flow
The Wild Robot

Memoirs of a Snail
Look Back
Inside Out 2
Orion e il buio
My Oni Girl

Quali serie TV non devi assolutamente aver perso nel 2024? Senza pretesa di essere assolutamente esaustivo, qui ci sono i miei 2 cents, come si suol dire.

Baby Reindeer
Ripley
Mr. e Mrs. Smith
Il problema dei tre corpi

The Bear 3
Abbott Elementary 3
A man on the Inside
Fallout
Eric
Come uccidono le brave ragazze
Dead Boy Detectives

E se voglio le migliori serie animate dell’anno? Presto fatto, eccole qua! Non tutte sono adatte anche ai piccoli di casa, ma insomma, ci si fa un’idea dai trailer.

Jentry Chau vs the Underworld
DanDaDan
Terminator Zero
Ranma ½
SandLand
Dragon Ball Daima
Iwajù: City of Tomorrow
Batman: Caped Crusader
X-Men 97
Due Fantagenitori

Sui libri di solito sono un po’ più criptico perché negli ultimi anni ho un po’ smesso di leggere fiction e quasi sempre mi ritrovo con il comodino e il Kindle affollato di saggi (per chi non lo sapesse io curo una newsletter su femminismi e lotta al patriarcato dal punto di vista maschile, quindi ci sta che il tema spesso sia quello). Ecco qui in ordine sparso i libri che ho apprezzato di più quest’anno.

Valerio Bassan – Riavviare il sistema
Ben Smith – Traffic
Gabriella Parca – I sultani
Riccardo Falcinelli – Visus
Michela Murgia – Dare la vita
Lorenzo Gasparrini – Filosofia maschile singolare
Giulia Siviero – Fare femminismo
Jennifer Guerra – Il femminismo non è un brand
Francesca Cavallo – Storie spaziali per maschi del futuro
Maura Gancitano – Erotica dei sentimenti
Isa Borrelli – Gender is over
Judith Butler – Chi ha paura del gender

Anche qui voglio dividere i fumetti e i graphic novel dai saggi che ho letto durante l’anno. I titoli migliori del 2024 secondo me sono questi. Ho fatto una piccola stiracchiatura perché Hirayasumi è una serie ed è iniziata a fine 2023, ma per me è uno dei manga TOP del 2024. Anche Aomanju è uscito finora in 4 volumi.

Zerocalcare – Quando muori resta a me
Charles Burns – Final Cut
Emil Ferris – La mia cosa preferita sono i mostri 2

Zidrou, Jordi Lafebre – Un’estate fa 2
Hubert, Zanzim – La mia vita postuma
Hisae Iwaoka – Aomanju la foresta degli spiriti
Manu Larcenet – La strada
Aurélien Ducoudray, Guillaume Singelin – The Grocery
Eleonora C. Caruso, Noah Schiatti – Sangue
Micol Beltramini, Agnese Innocente – Heartbreak Hotel
Jillian e Mariko Tamaki – Roaming
Keigo Shinzō – Hirayasumi

Infine, ti voglio dire i miei podcast e le mie newsletter preferite del 2024 (per forza di cose qui magari si tratta di prodotti che sono iniziati nel 2023). Cominciamo con i podcast, che tanto basta guardare il mio Spotify Wrapped.

Irene Facheris – Tutti gli uomini
Vera Gheno – Amare parole
Claudio Morici – La malattia dell’ostrica
Rivista Studio – Stilnovo
Paolo Giordano – In viaggio non pregare
Bao Publishing – Fortezza fumetto
Luca Misculin – L’invasione
Scuola Superiore Sant’Anna – Mai dire maschi

Da quando sono su Substack ho ritrovato il piacere di scrivere, e ovviamente anche di leggere, in un ambiente non tossico che mi riporta finalmente allo spirito della blogosfera di 20 anni fa. Ed ecco le letture che vi consiglio.

Francesca Cavallo – Maschi del futuro
Andrea Alesci – Linguetta
Lorenzo Fantoni – Heavy Meta
Luca Gandini – Genitori instabili
Enrica Nicoli Aldini – Anche una donna qui
Alice Orrù – Ojalà
Donata Columbro – Ti spiego il dato

Direi che è tutto, buone feste e ci risentiamo nel 2025!

L’ESORCISTA: IL MISCREDENTE

Ehm, dunque. Sono qui a parlarvi di Exorcist: The Believer di David Gordon Green ma è, come dire… imbarazzante.

Cominciamo col dire che non fa paura e non c’è tensione. Proseguiamo dicendo che volendo agganciarsi come sequel direttamente al primo film, capolavoro di Friedkin, ragiona secondo due direttrici.

La prima è quella del “copiamo il copiabile” ma in formato compitino (lunghe sequenze apparentemente intense e metaforiche che non vogliono dire un cazzo, angolazioni alla Friedkin in momenti ingiustificati, frame subliminali messi lì per dirti li faceva William, mo’ li faccio anche io). E sappiamo tutti cosa pensava Friedkin di questo progetto prima di morire, pace all’anima sua.

La seconda è quella tipica del sequel di un franchise, e cioè: raddoppiamo tutto. C’era la bambina indemoniata? Ne mettiamo due (una bianca e una di colore, per la diversity). C’era un prete che praticava l’esorcismo? Mettiamo una intera comunità con rappresentanti di religioni diverse tra loro tra cui una ex suora (diversity).

Produce Blumhouse, ma non è una garanzia. Effetti speciali troppo “digital” e assolutamente non spaventosi come quelli del 1973. Una grande delusione, anche se ci sono ben due cameo storici, uno dei quali arriva solo nell’inquadratura finale ma lascio a voi scoprirlo – essenzialmente fan service, come il frammento di Tubular Bells che parte sui titoli.

LO SBLOCCO DELLO SCRITTORE

Ciao, tutto bene? Io abbastanza.
Non ci leggiamo da inizio giugno, precisamente da tre mesi.
Cos’è successo? Mi sono bloccato.

Questa estate è stata pesante, sotto più di un punto di vista. Evidentemente il contraccolpo della morte di Madre è arrivato, e con esso la necessità di svuotare la casa dei miei genitori, cosa che ho fatto in vari step tra giugno e luglio fino ad arrivare prima delle agognate vacanze al capitolo sgombero/distruzione mobilio/centro di raccolta rifiuti ingombranti.

Poi appunto sono stato un po’ in ferie, e talmente il mese di giugno mi ha prosciugato le energie che a fine luglio e inizio agosto, complice anche la calura spropositata, ho “vegetato” tra il mare e la collina, tra l’Abruzzo e le Marche, senza scrivere nemmeno una riga ma leggendo moltissimo.

Poi ho ricominciato a lavorare e ad avere problemi di salute (un grande classico delle vacanze o dell’immediato periodo post-vacanze) e intanto è morta Michela Murgia. Poi sono successe delle cose sgradevoli e forse – dico forse – mi sono sbloccato.

A fine agosto ho lanciato la mia prima newsletter su Substack, si chiama Patrilineare.
La meditavo da qualche anno (perché io sono un po’ bradipo nei miei progetti), ma mi è sembrato che farla uscire adesso fosse la cosa migliore. Peraltro non nasceva nemmeno come una newsletter, non so nemmeno io come nasceva. Comunque è tutta roba di gender, di femminismo, di patriarcato, roba che secondo me (e a quanto pare anche secondo i 130 iscritti in una settimana) serve.

Ad ogni modo, qui sotto vi lascio il testo del “numero zero”, poi se volete vi iscrivete direttamente. Per adesso, un bacio.

LE COLPE DEI PADRI
Questo è un numero zero. Patrilineare deve ancora prendere forma e sinceramente devo ancora capire dove voglio andare a parare…
…detto ciò, forse è meglio che per prima cosa mi presenti.
Mi chiamo Pietro Izzo, ho superato i 50 anni e sono un maschio etero cis.
Più o meno, dai: lo sappiamo che queste etichette non sono mai così nette.
Soprattutto, ai fini del contesto in cui ci troviamo, sono un padre.
Ovviamente non è tutto. Sono anche un professionista della comunicazione con una trentina d’anni di esperienza nel digitale (fa subito boomer dire una cosa del genere, ma tant’è). Di spazi per comunicare le mie cose, volendo, ne ho parecchi. Ho cominciato venti anni fa con un blog che esiste ancora ma che sinceramente ha un po’ fatto il suo tempo, ho proseguito con “n” canali social dove da qualche mese non mi manifesto più per sopraggiunta nausea.
Ha senso buttarsi in una newsletter? Me lo sono chiesto molte volte negli ultimi tre anni (sì, sono un po’ lento quando si tratta di portare avanti i miei progetti segreti). Da diverso tempo ormai, il mio interesse si è focalizzato sulle questioni di genere e su tutto quanto ruota intorno al tema, dal linguaggio inclusivo alla violenza sulle donne, dagli studi sul genere maschile all’analisi dei femminismi e in particolare del femminismo intersezionale.
Come padre di figlio maschio ormai decenne, sento moltissimo la responsabilità (non la “colpa”, quello era solo un modo per produrre un titolo ad effetto) che come padri abbiamo, tutti, nel trasmettere alle nuove generazioni valori ed esempi diversi da quelli che sono stati trasmessi a noi. A me per primo, che ho dovuto compiere 50 anni prima di riconoscere e poter chiamare per nome i lacci e le catene che il patriarcato mi impone.
Negli ultimi tre anni ho scritto, cestinato, riscritto, lasciato riposare, rimodellato un po’ di cose. Non sapevo dove metterle e ho pensato di raccoglierle qua. A seconda del mood del momento.
Perché ora? C’è l’imbarazzo della scelta, in questa estate infernale. Gli ultimi casi di cui ho letto, con grandissimo disagio: la sentenza di assoluzione arrivata dopo cinque anni per due stupratori di Firenze (“non avevano capito che il consenso era stato negato”) e naturalmente il caso aberrante dei sette stupratori di Palermo (quello dei “cento cani sopra una gatta”).
Una persona che seguo e stimo ha scritto riguardo alle “colpe delle madri”, invocate dalla stampa e dall’opinione pubblica in particolare sul caso di Palermo. E la domanda, molto chiara, era: “I padri, dove sono?”.
Sono qui. Siamo qui, se volete.
Se vi iscrivete, io proverò a raccontarvi cose, cose che vivo, cose che leggo e che vedo, cose che mi toccano (o come si dice oggi “mi triggerano”) come padre, come maschio, come femminista. Se ci riuscirò, se renderò interessanti questi temi per altri maschi, mi riterrò soddisfatto.
Ah, un’ultima cosa. Faccio un ringraziamento preventivo ad una serie di persone che in molti casi non conosco de visu ma che mi hanno influenzato molto nei famosi ultimi tre anni: Lorenzo Gasparrini, Alessandro Giammei, Ella Marciello, Giulia Blasi, Flavia Brevi, Lorenzo Fantoni, Mafe De Baggis, Vincenzo Marino, Valerio Bassan, Manolo Zocco, Andrea Barbera, Gabe Silvan, Daniela Losini.
E naturalmente, Michela Murgia.