Giorni fa si discuteva con un gruppo di amici e amiche sull’immaginario erotico maschile, e abbiamo trovato notevoli punti in comune – una cosa a metà tra lo stupefacente e il banale. Credevo di essere il solo a pensare certe cose, ma evidentemente ho fior di archetipi junghiani alle mie spalle! Magari è stupido scriverlo qui, ma se non mi serve anche per cazzeggiare quando ci ho l’insonnia, ‘sto blog a cosa deve servire? Ho dunque individuato alcune figure tipiche che vado ad elencare:
1) La pastorella – Giovane e amante dell’aria aperta, lascia le caprette al pascolo per sdraiarsi nel fieno appena possibile…
2) La lavandaia – China sul lavatoio, deve cantare e avere necessariamente molte sottogonne da alzare (tipico ideale ipermaschilista, lo so…)
3) L’addetta alla mungitura – Heheheh… vabbè. Comunque è d’obbligo la camiciola bianca con maniche a sbuffo e scollatura con laccetti allentati e seno prosperoso.
E dopo questa terna bucolica da film erotico anni ’70 austriaco, parte una sequela di figure archetipiche come: la compagna di banco compiacente; l’abitante del convitto delle suore (vedi Magdalene); la cuginetta maliziosa; la centralinista che legge riviste femminili sul lavoro; la maestrina della scuola di montagna; la studentessa universitaria che dalla provincia arriva nella metropoli… Insomma, pare che (almeno in una ristretta cerchia di miei conoscenti) vada per la maggiore l’ideale di donna in apparenza innocente che poi si trasforma in eroina del sesso vitalistico e positivamente sovversivo…. Evviva!
STO IN BANANA DURA!
Dovessi dire come nel film di stasera, sto in banana dura! Tra il fumo di Paz! e quello che ancora mi sta addosso sulla maglia puzzosa. Peccato per la puzza di fumo. Perché un po’ puzza. Fighissimo Paz! me lo devo assolutamente procurare. Ti intorti fino alle due con nuove idee, nuove storie. Spero che ne venga fuori qualcosa… Andraus è decisamente il fumettista che più mi ha colpito sempre e comunque quello che più di tutti considero vicino al mio quore – spiaciuto assai quando è morto. Zanardi nasone ma somigliante insomma me lo immaginavo un po’ diverso ma dicevano così anche di Frodo Bagginsssssss tutto sommato. Ecco adesso ci vorrebbe il lembas, quello sì che fa per la fame chimica… vabbè vado in cerca del mitico Novi (cioccolato) – tanto lo so che domattina verrà detto "Pietro ma stai bene ho ai qualche problema?" – nonnò sto benissimosolosonnounpodimalditesta. Zanna… e Apocalipsi Nau! Mi sento come Homer Simpson nel cartone animato che ho visto ieri di sguincio – de-hi-hi-ho-hu…!
IMPIEGATI, I PIU’ DEPRESSI D’ITALIA
Mi alzo con il rincoglionimento da influenza incipiente, mi dedico ad un lunedì di lavoro dove scopro su La Stampa (pagina 13 dell’edizione del 2/2/2004 – inchiesta di Riza Psicosomatica) che la categoria degli impiegati è la più depressa d’Italia (più depressa in percentuale di casalinghe, pensionati e a volte anche dei disoccupati), prendo atto, mangio panino veloce mentre faccio due commissioni, esco dall’ufficio, faccio la spesa in un luogo ostile e carissimo, mi spezzo le braccia per portare dodici bottiglie di acqua a piedi e adesso… non ci vedo più dalla fame!… [Iris a chiudere]