Sabina Guzzanti all’auditorium (stavolta non in MP3 ma in streaming video)… ecco il link!
http://www.kataweb.it/speciali/guzzanti_auditorium/index.html
IL KOLOSSAL DEL GENERE SENTIMENTALE
Alla fine sono andato a vederlo, Love Actually. Un film da donne, è chiaro – cosa che si potrebbe dire di tutti i film prodotti recentemente dalla Working Title e scritti da Richard Curtis. Se non fosse che quest’uomo è un genio della sceneggiatura. Intendiamoci, può piacere o meno il genere, ma Curtis è bravissimo a raccontare storie d’amore dalle più banali alle più inverosimili. E poi Love Actually (diciamocelo) è il Matrix del genere sentimentale. Ha gli incassi praticamente stampati sul manifesto. Come si fa a non godersi un film con Colin Firth (l’unico divo del genere che rassicura anche gli uomini più sfigati), Hugh Grant (ormai non riesce nemmeno più a mimetizzare la sua intrinseca bastardaggine – è un figo), Emma Thompson e Alan Rickman (mitici), Liam Neeson (sempre intenso) e un paio di comparsate tipo Rowan Atkinson e Claudia Schiffer? Te lo godi, infatti. Alla fine cosa può contare l’inverosimiglianza delle dichiarazioni d’amore urlate di fronte a tutti in un ristorante (stavolta con la variante della lingua portoghese)? E’ un topos, esattamente come il combattimento finale degli action movies che deve sempre essere il più lungo e il più pericoloso di tutti. Love Actually si inserisce in un genere senza stravolgerlo o frullarlo (Curtis non è Tarantino) ma condensando tutte le possibili declinazioni in un solo lungo film (due ore è tanto per la media delle commedie in giro). Love Actually è l’epica della commedia sentimentale, e non si vergogna di usare anche l’amore dei bambini e quello dei vecchi outsider. Punta bassamente alle emozioni come è giusto che questi film facciano, e lo fa bene. Se ti devi spaventare vai a vedere che so, Darkness di Balaguerò e qualche salto giustamente lo fai. Vai a vedere Al calare delle tenebre e resti deluso. Allo stesso modo, Love Actually ti cucina la sua ricetta di riso e lacrime nei punti giusti – una cosa che, ad esempio, Serendipity non riusciva assolutamente a fare. Ruffiano, ma da vedere. A me è piaciuta in particolare la storia della coppia di controfigure del porno. Conviene documentarsi un po’ prima di vederlo per riuscire a tenere traccia di tutti i personaggi, manco ci fosse Altman dietro la macchina da presa… 😉
RAIOT SU INDYMEDIA
Vi siete persi la prima ed unica puntata di RaiOt?
Qui trovate lo streaming video – suddiviso in più pezzi, altrimenti anche con ADSL è faticoso…
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