Interno sera, CasaIzzo.
Abbiamo appena terminato la cena (pasta con tonno acciughe e capperi, due broccoli lessati con olio e scaglie di grana, una banana) e stiamo giocando in camera della Creatura. Tutto il pasto – nel più puro stile genitore anni ’70 – si è svolto all’impronta del “non sprecare il cibo, ringrazia che ce l’hai nel piatto che una larga maggioranza di persone nel mondo questa fortuna non ce l’ha”.
Ovviamente vengo ignorato con gaiezza.
Come è tipico della Creatura, passiamo da un gioco di Lego a un gioco di palline rimbalzine a un gioco di coloriamo negli spazi del disegno a un gioco di brutalizziamo i peluche nello spazio di soli 10 minuti.
Poi si calma e mi chiede di leggergli un libro. Ovviamente la stramaledetta enciclopedia degli animali, volume mammiferi, piena di boxini informativi tipo “Lo sapevi che il petauro può planare anche per 50 metri” o “Lo sapevi che le scimmie come l’uomo hanno il pollice opponibile”. Parte spiegazione di mezz’ora su cosa sia il pollice opponibile e quale significato abbia avuto nella teoria evoluzionistica (“Tu e uno scimpanzè potete tenere un hot dog in mano e mangiarlo, gli altri animali no”).
Di colpo si drizza sul letto, come fanno i gatti quando “sentono” qualcosa. Si alza, si avvicina alla porta della sua cameretta.
– Papà…
– Eh. Mi hai interrotto sul più bello, adesso arrivava la parte sui roditori giganti dell’Amazzonia…
– Per favore, devi tapparti le orecchie.
– Perché? Devi farmi il rumore più fastidioso del mondo? (Abbiamo visto insieme un pezzetto di “Scemo e più scemo”, immaginavo volesse prodursi in una imitazione di Jim Carrey)
– No papà, devo dire una parolaccia molto brutta.
– E che sarà mai, dilla, anche se la sento, poi valutiamo insieme quanto è brutta.
– No papà, devi tapparti le orecchie.
– Scusa ma non ho capito, ti scappa una parolaccia, tipo uno starnuto?
– Non è che mi scappa, devo scacciare i mostri.
– Guarda che ci sono io, i mostri non si avvicinano, faccio troppa paura.
– No papà, i mostri sono lì, oltre la porta.
– Inquietante.
– Tappati bene le orecchie.
– Vaaaaaaa bene… (ovviamente non me le tappo)
– …… (borbottio indistinto)
– Hm, quindi? Non mi sembra che hai detto niente.
– No papà, ho visto che non te le sei tappate bene bene. Ti devi mettere le dita nelle orecchie perché io devo dire questa parolaccia bruttissima per farli andar via!
– D’accordo, guarda, dita nelle orecchie.
In un lampo, la Creatura si precipita alla porta, la sbatte rumorosamente urlando nel contempo a pieni polmoni –
– CAZZOCULO MOSTRI ANDATE VIA!!!!!
Segue breve silenzio imbarazzato. La Creatura abbassa lo sguardo, cosa che in linea di massima non fa mai.
– Cazzoculo, eh? E funziona?
– Non lo so, mi sembra di sì.
– Però lo sai che non devi dire queste cose in giro.
– No papà, io lo dico solo ai mostri.
– E siamo sicuri che i mostri sono solo qui fuori dalla tua cameretta, giusto? Non è che per caso ci sono i mostri a scuola, a casa dei nonni…
– Ahahahahah no… ma che dici? (Il tono è tipo “Ti ho fatto studiare mostrologia per cinque anni e tu mi deludi così? Non hai imparato veramente nulla”).
– No, sai… per sicurezza.
Il resto della routine serale si svolge con tranquillità – del resto, i mostri sono stati definitivamente scacciati, almeno per questa sera. Io intanto rifletto tra me e me su quanti cazzoculo potrei o dovrei dire nei prossimi giorni, e a chi. Perché i bambini sembrano degli sprovveduti, ma in realtà ti insegnano più di quanto tu possa insegnare a loro.