La paura della paura. E’ un po’ una cosa vertiginosa. Solitamente uno ha paura, oppure non ce l’ha, di qualcosa di concreto. Eppure la paura della paura è quello che più spesso mi capita di sentire. La paura di una paura irragionevole, ovviamente. Perché se il pericolo è reale e attuale, mi sembra normale una sana reazione di allarme. Insomma, uno si applica tanto per vivere il più possibile aderente alla realtà ed ecco che quando meno se lo aspetta ricomincia a proiettare, ad avere paura per qualcosa che ancora non c’è. Con questo tipo di paura ti svegli la mattina, cerchi di combatterla tutto il giorno (perché è fondamentale disubbidirle) poi sei stanco e la sera ti prende l’attacco di panico. Paradossale. Che poi abbiamo un’aspettativa di vita superiore a quella dei secoli precedenti, ma siamo bersaglio inerme della paura che i media tentano di instillarci. E non è facile neanche lì, difendersi dalle continue immagini minacciose che sembrano ormai costituire la nostra unica realtà. Non è normale che quando avvii lo scooter per andare a lavorare la mattina pensi "al prossimo incrocio potrei avere un incidente e morire". Anche se, devo dire, il fatto di sopravvivere ogni giorno mi convince di essere, a conti fatti, una persona molto fortunata…!
10 risposte a “HAI PAURA DELLA PAURA?”
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ho visto i Belle con Isobel e senza….uhm….sarò di parte ma a me piaccioni in entrambi i modi…ascoltati i Gentle Waves…ciau…Astro
belle e sebastien: no, ma lo farò al più presto, anche se mi piaceva la cantante precedente e non riesco a immaginare i BS senza lei… ciao
io verrò a vedere Cesare Basile e questa sera andrò a vedere i Northpole all’Hiroshima….un pò Smiths…un pò new wave….Astro
post troppo tosto e quindi OT: domani Cesare Basile gratis alla FNAC alle 18 [ci sarò, interessa?]
hai ascoltato nuovo belle and Sebastian?!? Astro
Pietro…sono perfettamente daccordo su Shyamalan anche se ho trovato d’impatto il contrasto cromatico tra i “fiori proibiti” (rosso acceso) e il resto della scenografia (grigio-plumbeo)…Mi riferisco alla scena in cui la ragazza non vedente si inoltra nel bosco… Quanto alla paura,sono felice di scoprire di non esserne la sola vittima! Troppo spesso mi imbatto in persone così sicure di sè, così temerarie da farmi credere che qualcosa “in me” non vada…A questa gente (colleghi di lavoro, nuovi “amici”, …) non puoi raccontare le tue paure senza poi essere guardato come un alieno… Così sei costretto a fingere, ad ostentare… il che ti rende anche più fragile. Possibile che a questo mondo ci sia posto solo per i supereroi?
no beh, in effetti su questo ci sono visioni e visioni filosofiche. Voglio dire come puoi aver paura della tua di morte? Cioè è ovviamente scocciante, uno vorrebbe anche essere sempre lì, ma ti tocca e poi diciamo che quando ci sei tu non c’è lei e quando c’è lei non ci sei più tu… quindi… è ovvio che il problema grosso è la morte degli altri. Anche io la penso come te Raffa su questa cosa. Il non attaccamento è la cosa più difficile del mondo e su questo arrivo anche a Leaud: il libro di Terzani lo voglio leggere (parli di un altro giro di giostra, vero?) ma solo dopo che tu l’avrai letto e mi dirai se è una lettura consigliata per me o se è una cosa che mi riduce in pezzi piccoli piccoli. The Village, per finire, non mi è piaciuto molto, -M-, perché lo trovo un po’ manieristico. Fosse per me, Shyamalan doveva smettere di fare film dopo il sesto senso 🙂
che ne pensi di The Village? è + o – un film sulla paura….-M-
io ultimamente sono ossessionata da visioni apocalittiche riguardanti le persone che amo. non ho mai avuto una grossa paura della MIA morte, ma di quella di chi mi sta vicino. mai come ora che ho tutto ciò che ho sempre desiderato, ho paura di perderlo….
raffa
Nell’ultimo libro di Terzani ho trovato questa frase (la riporto per come la ricordo): “Dovendo fare i conti con la morte mi sono reso conto di come il viaggio che ciascuno di noi intraprende sia un percorso dall’esterno verso l’interno, dall’infinitamente piccolo all’infinitamente grande”. Forse sarà ero abituato a immaginare la vita come “l’espulsione” dal ventre materno verso il mondo freddo e ostile, ma questa frase di Terzani mi ha dato speranza.