Spesso penso tra me e me: può darsi che io arrivi a capire il senso della vita. Probabilmente sul letto di morte (pare succeda così). E del resto non puoi capire il senso di qualcosa se non hai finito di sperimentarlo. Poi mi domando: capirò anche il genere femminile? E qui la risposta è sconsolantemente, inderogabilmente e tragicomicamente "NO". Dicono che ho un lato femminile molto sviluppato. Sarà. Certo, questo non mi aiuta a capire le donne (e in particolare la mia). Al suo cospetto io non sono un maturo trentaseienne. Sono (anzi siamo) tre irrequieti e ormonali dodicenni. Una volta pensavo fosse lei che mi vedeva così. Ora ho capito che è vero. Ma perché le donne ci fanno sentire così? Come un dodicenne al cubo? Mistero. Ad un certo punto della loro vita, sembra che oppongano un totale rifiuto a tutto quanto è intrinsecamente maschile (esempio: dimenticare di lavarsi i piedi, lasciare qualche goccia di pipì sull’asse del cesso, appallottolare i vestiti sporchi in un angolo della camera da letto, ridere sguaiatamente ogniqualvolta in un film venga nominato un organo sessuale, e via dicendo). Le donne vogliono cambiarci, vogliono piegare la nostra essenza di puledri selvaggi ed imbrigliare il nostro corpo e la nostra mente in un mondo finto fatto di ninnoli da spolverare, ceramiche da pulire, gas da ritenere. Per evitare di essere piegato del tutto, mi sono scelto una donna che avesse, diciamo così, un lato maschile sufficientemente sviluppato. Intendiamoci, Stefi è molto pulita e di sicuro non sporca l’asse del cesso, ma a wrestling è più forte di me e guida l’auto centomila volte meglio. Solo che recentemente sta passando una fase di riscoperta della femminilità e dell’adolescenza perduta (girl power!). Perciò si è trasformata in una civettuola diciassettenne. E cosa può odiare di più una diciassettenne? Ovviamente, tre dodicenni! Ora il problema è: come fare ad ottenere un upgrade immediato dai 12 ai 17 anni? La mia educazione sentimentale basata essenzialmente su ripetute visioni di Paradise, Blue Lagoon e Il tempo delle mele non è più sufficiente. Tento di capire il mondo femminile facendomi le flebo di Desperate Housewives: lì ci sono tutte le caratteristiche principali della donna riassunte in quattro personaggi (l’idiozia, l’impulsività, l’avidità, la troiaggine, l’ossessività, l’attenzione all’apparire, il pragmatismo e la mania del controllo). Poi mi rendo conto che è un tentativo inutile, e mi rifugio nel più elementare mondo sentimentale di Borat, sicuramente più consono a tre dodicenni… Great success! High five!!! 😀
Tag: donne, capire, dodicenne, sentimenti, desperate housewives, borat
Donne DU DU DU!
‘azzo, solo una cosa: siete simpaticissimi
:-DDD sono esaltatissimo dal fatto che tu abbia usato i termini “piccato” e “bislacco” che mi piacciono moltissimo. Ovvio che ho la coda di paglia, io non seguo per niente al mondo il calcio, ad esempio… Ma ho altre manie! 🙂
nobody’s perfect, e se non conosci il linguaggio dei fiori o non sai una mazza di ikebana, ti farò un corso accelerato :-DD
Giustament! Non mi riferivo sicuramente al caso specifico di stanotte e lo sai. Aggiungo che sì la cosa riguarda anche me, non intendevo certo tirarmene fuori, ma anzi riflettere su un disagio che credo coinvolga tutti i webnauti? geeek? come vogliamo definirli? Osservo del resto che il fatto stesso che tu ti sia sentito piccato, anche se non lo ammetterai mai, mi fa pensare che in fondo non sia così bislacca la mia osservazione. Concludo, a scanso di equivoci, dicendo che
a. non intendevo giudicare te o la tua vita di coppia (è già abbastanza complicata la mia)
b. per un corso accellerato su i fiori mi rimetto a te e al tuo animo femminile 🙂
vabbè un po’ stagionato forse… diciamo ronzino testardo (evito lo stallone superbo tanto non ci crede nessuno) 😀
L’immagine di te come “puledro selvaggio” mi inquieta. 🙂
Ax
leaud tu mi provochi e io me te magno:
tutto il lavoro di un weekend si è concentrato tra le 23 e le 3 di stanotte, quando poteva essere un po’ più diluito. Non c’è bisogno che ti spieghi come mai… 🙂
Del resto è inutile che ti chiami fuori e fai la figura del paladino della femmina offesa, perché anche tu fai parte del popolo degli scribacchini elettronici e gli articoli al brucio li commissionano anche a te. E poi ti ricordo che tu non compri mai dei fiori alla tua dolce metà! L’amore per Truffaut non basta a risollevarsi dal pantano maschile in cui sei nato e continui a vivere. Nonostante tu aspiri a diventare donna, non ci riuscirai mai…! BWAHAHAHAHA!!!! 😀
Tu scrivi all’una di notte, Suz risponde alle 2: anche secondo me è illuminante. Ogni tanto bisognerebbe spegnerlo sto pc. Una volta era la radio portatile, sintonizzata sulle partite, a dividere uomo e donna. Passeggiavano silenziosi: lui l’orecchio incollato all’ultima azione del Toro, lei con lo sguardo perso dietro un principe azzurro. Oggi c’è il pc. Del resto “lei dorme”, “lei sta leggendo”, “lei lava le mutande ascellari”. Tutte scuse. E lo sappiamo tutti benissimo. Ma vuoi mettere? Quel pc ronzante copre alla perfezione il “silenzio coniugale”.
La tua analisi marxista è illuminante. Il fatto che io abbia scritto il post all’una e tu lo commenti alle due è ancora più illuminante. Non posso che, con un cortocircuito mentale che ci porta al grado zero del linguaggio, risponderti così…!
ti capisco. Essendo stato allevato da due donne ho imparato a risolvere almeno il problema dell’asse del cesso. Infatti in casa faccio la pipì da seduto, come le donne. Almeno non sbaglio mira.
Per il resto non c’è storia: l’omo ha da puzzà e la donna non capirà mai il senso di onnipotenza e autocontrollo che ti dà un rutto di 19 secondi (lungo quanto l’urlo di Ian Gillian in Strange Kind Of Woman versione Made in Japan) o un bestemmione gridato per un nonnulla, così tanto per infastidire la madonna.
Che poi capita sempre che una donna riscopra il lato “gnegno” della vita e inizi a dirti che “sei volgare”, “lavati”, oppure le famose frasi con “almeno” (“almeno porta giù il cane”), che sottointendono un disprezzo preventivo (cioè, fai schifo ma almeno monta le tende, ecc.).
Poi gli passa. E magari tornano a riempire la casa di assorbenti dimenticati qua e là o di mutande messe a mollo nelle bacinelle (le famose mutande che per i primi 6 mesi di relazione non mettono, ché sono tutte culottes e tanga e poi appena ti abitui tornano al mutandone ascellare).
Engels direbbe che è colpa della società e che l’essere fini non è un tratto della femminilità, ma un tratto che la società maschilista PRETENDE dalle femmine. Ed è attraverso questa femminilità imposta (che di fatto impone alla donna di essere il più possibile attraente) che l’uomo domina culturalmente la donna.
Insomma, non le invidio le donne: da un lato ci piacciono pulitine, profumate e conturbanti e dall’altro ci rompono quando ci impongono di diventare come loro.
La soluzione? Come dicevano in “Amici miei”: “Ma perché non diventiamo tutti ricchioni?”. Poi però mi accorgo che sessualmente preferisco Halle Berry al titolare di questo blog (scusami Pietro, lei è tenuta un tantino meglio) e quindi Parigi val bene una messa e una lavata di piedi.
Poi quando ci si trova tra noi ruttiamo come dei leoni marini. Nel mentre, resistiamo.
/suz