MAY DECEMBER: DAI TABLOID AL CINEMA

Non è facile inquadrare May December di Todd Haynes (a partire dal titolo che sinceramente non ho capito): Netflix lo presenta come una commedia, a tratti si comporta come un thriller, è pieno di riferimenti sirkiani (gli specchi in ogni dove, i primi piani paralleli, gli amori impossibili) come molti altri film di Todd Haynes.

In questo caso specifico, però, è abbastanza chiaro che Haynes ci prende un po’ in giro, o come direbbero i giovani, ci trolla, con un film che ha tutte le carte in regola per essere un capolavoro del camp: storiaccia da tabloid, esagerazioni infinite, musica completamente dissociata (presa di peso da Messaggero d’Amore di Losey, si legge nei titoli di coda), battute fulminanti come “Mi sa che non abbiamo abbastanza würstel” (non sto a spiegare, ma è un momento chiave per capire la cifra del film).

Comunque sia: la storia è ispirata (letteralmente copiata) da quella di un caso di cronaca degli anni ’90. Donna di 36 anni fa sesso con ragazzino di 12 anni, finisce in galera, partorisce dietro le sbarre, esce quando lui ha 18 anni, lo sposa, ci fa altri due figli e vivono tutti felici e contenti (ma davvero?). In May December la donna che (detto alla giapponese) è in fissa con gli shota è Julianne Moore, garanzia di sbrocco prima della fine del primo atto quasi quanto Nicolas Cage.

Un’attrice in cerca di “ruolo della vita” (Natalie Portman) vive con la famiglia della donna per qualche giorno, per “studiarla” al fine di interpretarne il personaggio in un film in fase di pre-produzione. Va detto che per Natalie Portman questo è effettivamente un ruolo gigantesco come non ne aveva da anni.

Le cose non vanno esattamente come tutti sperano che vadano, qualcuno si fa male, qualcuno continua come se niente fosse. Non solo il film, ma tutti i personaggi principali sono dissociati: Portman, Moore e il ragazzino ormai cresciuto e sposato (Charles Melton, vero cuore del film). 

May December è uno studio sui personaggi mascherato da thriller alla Patricia Highsmith mascherato da commedia. C’erano molti modi di affrontare una storia del genere, ma Haynes ha optato per il meno ovvio, perciò a me è sembrato un film imperfetto ma molto coinvolgente.