Un sabato qualunque, un sabato in CasaIzzo. Arriva come concordato l’operatore Italgas per sostituire il nostro vecchio contatore (vedi foto).
Armeggia circa mezz’ora nella parte di cucina che abbiamo liberato per l’occasione, chino sul vecchio arnese nel tipico outfit degli operatori tecnici (jeans vita bassissima e 3/4 di chiappe esposte, per la gioia della Creatura che ridacchia e sussurra “Chiappe! Chiappe!”).
Dopo un po’, senza dire nulla, fa una telefonata.
– Pronto, ciao. Ho trovato una perdita, che faccio?… Ma avvisi tu la centrale per il pronto intervento? Ah, ecco. No, sì, io la chiudo qui. Eh, il modello A45X, certo.
Io e la Titti lo guardiamo basiti.
– Scusi ma c’è una perdita di gas?
– Sì.
Laconico. Bene. Mi piace laconico.
– E quindi?
– E quindi niente, non possiamo cambiare il contatore se c’è una perdita. Ha un panno umido?
– Non poss… cosa?
– Un panno umido. Serve per avvolgerlo in cima al bocchettone, dove c’è la perdita.
– Ok, scusi, ma io non sento odore di…
– I rilevatori non mentono. Panno?
– Ecco.
– Allora senta, le dò il numero del pronto intervento. Lei chiama subito e gli dice che l’operatore Torino564 ha individuato una perdita.
– Ma non ha già segnalato lei?
– No guardi, deve essere il titolare del contratto a chiamare. Con un po’ di fortuna il contatore glielo cambiano poi loro.
– In che senso con un po’ di fortuna?
– Eh, nel senso che non si sa mai.
– Capisco.
Chiamo il numero del pronto intervento, che nei 12 minuti di attesa non fa che ripetere severissimi moniti del tipo che se la tua non è un’emergenza comprovata dovresti riagganciare perché fai perdere priorità a casi potenzialmente gravissimi. Io non sento odore di gas quindi comincio già a sentirmi in colpa. Dopo un po’ rispondono, da territorio italiano. Evidentemente da Roma.
– Operatore 140978 qual’è il probblema?
– Devo denunciare una perdita di gas in casa.
Seguono i dati del contratto.
– Nome del titolare?
– Izzo.
– Pizzo?
– Izzo con la “i”.
– Ah, Rizzo.
– No guardi, Izzo come Simona Izzo.
– Non ho capito bbene, scusi.
– La moglie di Venditti… Grazie Roma…
– Ah, ma certo, Izzo! Allora mi ascolti molto bbene (si fa serissimo).
– Dica.
– Apra tutte le finestre, ha capito bbene? Apra tutto. E non deve fuma’.
– Ma io non fumo…
– Si assicuri che nessuno fumi in cucina. E non usi apparecchi elettrici o elettronici in cucina.
– Mi scusi ma le sto telefonando dalla cucina…
– Si allontani immediatamente, appena possibbile le mando il tecnico, buona fortuna.
Non ho avuto il coraggio di dirgli che io l’odore di gas non lo sentivo. Ma va bene così. Mi preparo ad una interessante mattinata.
Dopo una ventina di minuti arriva il tecnico. Ha qualche decennio in più sulle spalle rispetto all’operatore Torino564, infatti si presenta col nome (“Saverio”, nome cambiato per proteggere i protagonisti della storia) e ha una affascinante somiglianza con il personaggio di Robert De Niro in Brazil di Terry Gilliam. Solo, con una trentina di kg in più.
Ovviamente, i suoi pantaloni sono ancora più laschi e le chiappe ancora più esposte.
– Ma po*co*io, che misurazioni fanno… (la bestemmia è connaturata nei tecnici della generazione di Saverio)
– In che senso scusi?
– Ma queste microperdite sono normali le hanno tutti, questi nuovi (tecnici, ndr) hanno le apparecchiature tarate sulla scoreggia di un moscerino, io non la rilevo nemmeno la perdita.
– Ah, ecco, allora non sono io che ho il naso spanato.
– No, no. Senta, però dovrò spaccarle un pochino il muro.
– Non importa Saverio, lei faccia quello che deve fare, io sto qui dietro e descrivo tutto in un post per passare il tempo e far sorridere i miei 25 lettori.
Saverio scende nel suo furgone, prende l’attrezzatura, risale e brandendo uno strumento che ai miei occhi sembra un lanciafiamme pronuncia un perfetto one-liner da action hero
– Chiuda la porta della cucina, che adesso spariamo un po’ di gas sul serio.
Saverio lavora con strumenti all’avanguardia, come quadrotti di lenzuola strappati, spruzzini di acqua saponata, pezzetti di corda sfilacciata. Spacca le mattonelle in modo geometrico, con sapienza antica. Ogni tanto si sente il rumore di un getto di gas, poi la cucina si riempie di odore.
– Sa quanti camion dell’Italgas ci sono qui sotto stamattina? Tre.
– Tutti per alloggi di questo palazzo?
– E certo. Mandano sti pischelli a fare le rilevazioni ma non hanno la nostra strumentazione (il lanciafiamme, ndr), hanno delle specie di Beghelli tarati male.
– Eh, certo, si vedeva.
– Accenda un attimo i fuochi… direi che va tutto bene.
– Allora, questo contatore nuovo che ha messo…?
– Tutto automatico, ogni mese manda la lettura in sede, lei non si deve più preoccupare di nulla <wink wink>
– Perché mi fa l’occhiolino, scusi?
– No, dico, non si deve preoccupare più di nulla <wink wink>
– Ho capito, ma perché l’occhiolino?
– (Sussurra) Senta, ogni tanto lo attivi e guardi la lettura comunque, perché queste diavolerie elettroniche… insomma, faccia un controllo comunque.
– Ma perché parla a bassa voce? Mica abbiamo le microspie in casa!
– Non si sa mai, non si sa mai…
Saverio esce con uno sguardo strano negli occhi. Probabile anche per via di tutto il gas che ha inalato. Si raccomanda di lasciare tutto spalancato in cucina per un paio di giorni, che la puzza è difficile da far andare via.
Ora non mi resta che mettermi uno straccio bagnato su naso e bocca, rimettere a posto tutti i carrelli e i cesti che abbiamo spostato, e il sabato può andare ad incominciare.