Conclave non avevo nessuna intenzione di vederlo, poi mi son detto gli do una chance dato che c’è Ralph Fiennes che corre per l’Academy Award. E niente, dopo 5 minuti di film (grosso modo l’apertura con la morte del papa fino al titolo a tutto schermo CONCLAVE) sono rimasto catturato e sai che non è niente male? Chi lo avrebbe mai detto che un mucchio di porporati chiusi in una stanza potessero tirar fuori un thriller che ti tiene sveglio e attento!
Questo è merito ovviamente delle interpretazioni di Fiennes, Stanley Tucci, John Lithgow e soprattutto Isabella Rossellini, mai così sardonica nel ruolo della suora che veglia sul conclave. E poi merito anche di una colonna sonora e un production design che vogliono continuamente convincerti che in realtà stai guardando Shining e che da un momento all’altro dalle porte della Casa di Santa Marta (in realtà ricostruita a Cinecittà) si apriranno facendo scorrere una cascata di sangue.
Il Cardinale Lawrence (Fiennes) è il riluttante decano del conclave che presiede le votazioni. il Cardinal Bellini (Tucci) è il candidato progressista mentre Tedesco (Sergio Castellitto) è il candidato islamofobo e conservatore. Ci sono poi il cardinal Ademaye (Lucian Msamati) e il cardinal Tremblay (Lithgow) ognuno con qualche scheletro nell’armadio.
Chi sarà il nuovo papa alla fine diciamo che lo si capisce dopo un quarto d’ora di film, ma anche lì, per chi non ha letto il romanzo originale di Robert Harris, c’è comunque un discreto colpo di scena.
Insomma, un po’ un Poirot in Vaticano, ma girato bene e addirittura, oserei dire, con qualche suggestione lynchiana nell’inquietudine degli arredamenti e degli oggetti. Spero che si porti a casa qualche premio.