Nulla è più elettrizzante del momento in cui si preparano le valigie. In effetti, è talmente elettrizzante che io e Stefi ci stiamo fulminando a vicenda già da alcune ore.
Inutile cercare di ammorbidire la cosa: ci sono tre cose che fanno litigare una coppia, anche la più solida e navigata. I parenti, i soldi, le valigie per le vacanze.
Per me fare la valigia vuol dire sbattere dentro a un trolley qualche pantalone, abbondanti magliette, un paio di costumi, un po’ di boxer, alcuni capi di abbigliamento “fuori stagione” (perché non si sa mai), spazzolino e dentifricio. Poi c’è uno zainetto riservato con la fotocamera, i libri, la Lonely Planet del posto dove stiamo andando e i documenti di viaggio. Inutile dire che in massimo 20 minuti la valigia è pronta, chiusa e sigillata con una di quelle etichette col nome che tradiscono l’ansia della perdita (della valigia).
Per Stefi non è la stessa cosa. Fare una valigia è un processo complicato, che richiede almeno tre giorni, tra il ragionamento su quali camicette portare e quali lasciare a casa (un ragionamento basato sulla semplice equazione “quello che porta mio marito moltiplicato 3 volte + una variabile ‘x’ di flaconi e botticini di vario genere”), la scelta della valigia stessa e la sua elaborata preparazione. Da dove nasce il litigio? Provate voi a sentirvi dire “aiutami a fare le valigie” e a sentirvi poi cazziare per aver effettivamente fatto la valigia nei successivi 10 minuti. No. Non è così che vanno le cose. In quel caso Stefi svuoterebbe la valigia, impilerebbe nuovamente tutti i capi di abbigliamento e li rimetterebbe dentro disposti nel modo che garba a lei, eventualmente rimettendo in discussione la presenza o l’assenza di determinati elementi.
Perciò, “aiutami a fare le valigie” non può che trasformarsi in un happening di alcune ore in cui io osservo Stefi che si concentra, che mormora a mezza voce le liste che ha in testa, che dispone come in un gioco del quindici blocchi di roba sul letto e sul tavolo di cucina, e infine che riempie effettivamente le valigie. Il mio mettere improvvisamente qualcosa in valigia (specialmente nella sua) viene visto come un sabotaggio bello e buono, e origina una sequela di insulti che vanno dal più lieve (se mi limito a mettere i teli mare sul fondo della valigia) alla bestemmia (se tento di compattare i tessuti con il premiato metodo “in bocca a un cane”).
La peculiarità più interessante dei nostri viaggi, comunque, non può che essere la valigia dei medicinali. OK, stavo scherzando. Non è una vera e propria valigia. Diciamo uno zainetto di quelli da scuola. Abbiamo i medicinali per il mal di testa, per la febbre, per la diarrea, per le coliche renali, per il mal d’aria, per il mal di gola, per l’otite, per la congiuntivite, per la rinite allergica, per l’asma, per le infezioni virali, per le disfunzioni tiroidee, per l’herpes. Poi abbiamo almeno cinque grossi flaconi di solari a protezione 20, 30, 40 e 50 (da usare in senso inverso). Poi ci sono quelle cose che non sono medicinali ma fanno parte della toeletta di ogni donna, come la crema idratante viso, la crema idratante corpo, la crema idratante mani e la crema idratante specifica contorno occhi, la pasta di Fissan (quella serve sempre, non la dimentico mai neanche io), i semi di lino, il balsamo e a quel punto io sto già sbavando con il bianco degli occhi in vista mentre Stefi continua a riporre flaconi in cinque diversi nécessaire da bagno.
Io chiudo la valigia due giorni prima di partire, Stefi la chiude due secondi prima.
Poi la riapre e la richiude ancora qualche volta prima che il diabolico nastro trasportatore dell’aeroporto la ingoi. Successivamente, parte del viaggio aereo è dedicato a porre domande del tipo “avrò messo in valigia l’oggetto X? E l’oggetto Y?”.
Domande che, solitamente, cadono nel vuoto: io, in aereo, voglio dormire.
E voglio svegliarmi solo in Messico (da cui il titolo).
¡Hasta luego, compadres! Aquí cerramos por unos días…
quale onore, la mamma di eio! 😀
ma veramente?
3 giorni è il minimo per una buona valigia!
io non litigo con la mia mezza mela perchè lui si limita a trasportare la valigia sull’auto. ho bellisimi ricordi del nostro viaggio in mexico, unico neo aver comprato il sombrero quale souvenir. divertitevi.
(mamma di eio)
Solidarietà a Stefi! Sono uguale a lei (con annesso mal di testa del serafico Sergio, a cui non mi azzardo a chiedere aiuto per le valigie)… sarà per il nome? 😉
Buonisssime vacanze!