Ieri sera mi sono predisposto ad una tranquilla visione casalinga di Closer. Che tanto tranquilla non è stata. Nel senso che Closer è uno di quei film dove devi stare all’erta, cogliere i dialoghi, leggere tra le righe delle relazioni tra i personaggi. Intendiamoci, un ottimo film. Chiaramente derivato da una pièce teatrale. Non si fa altro che parlare, in Closer. Si parla però soprattutto di sesso, e se ne parla in maniera spinta. Non capita tutti i giorni di sentire Julia Roberts che ammette con Clive Owen di "farsi prendere da dietro" e di "farsi venire in faccia" da Jude Law. Né può mai accadere, nel normale universo filmico, che Natalie Portman scosti un minislip per offrirsi completamente nuda allo sguardo bramoso di Clive Owen. Insomma, di sesso se ne parla ma non lo si fa. O almeno non lo si fa in scena. E perciò ad un certo punto Closer risulta anche un po’ irritante, o magari forzato. Però c’è una sincerità di fondo che colpisce, nella ronda di questi quattro personaggi (o almeno tre di loro) che non sanno fare altro che farsi del male. Mike Nichols forse mirava a realizzare un nuovo Conoscenza carnale, ma mentre lì era spinto dalla rivoluzione sessuale in corso, qui il soggetto è un po’ più ripiegato su sé stesso. Anche se le inquadrature sono sempre tese, geometriche e inquietanti. Anche se dominano i primi piani, come quello bellissimo di Natalie Portman in lacrime.
2 risposte a “SCUSATE SE PARLIAMO DI SESSO”
I commenti sono chiusi.
minchia, sì!!!!!!!! :-))
Fondamentalmente concordo…
(cfr. post seguente)…oh, ma nek ti piace davvero!?