E così, pur se ritardato dai miei calcoli renali, alla fine sono riuscito a vedere il film dei Simpsons. Che poi intendiamoci, io seguo i Simpson da poco più di quindici anni, ma non sono mai stato un fan ossessivo (anche se ho il poster di Homer in mutande che incombe sul WC). Li guardo con gusto quando posso, mi piacciono, ma non ne faccio una malattia. Il film mi attirava per il suo attaccamento all’animazione tradizionale 2D (che poi non è nemmeno del tutto vero) e per il suo status di "episodio lungo". E in effetti non è nient’altro che questo: un divertente episodio maxi che vai a vedere al cinema, con relativa presa per il culo della contaminazione tra i due media rivali. E a dire il vero tra i due media litiganti, il terzo (Internet) gode, perché la cosa più intrigante è muoversi sul sito dedicato al film, a Springfield e alla famiglia più gialla del mondo. Comunque è ovvio, non si può non rimanere agganciati dalle scene ultra-idiote tipo quella citata nel titolo… Eppure d’altro canto c’è una sottile inquietudine nel vedere una certa vena di sentimentalismo strisciante (Flanders un personaggio positivo? Andiamo…) bilanciata da uno spostamento della psicologia Homeriana dall’idiota bonaccione all’idiota cattivo (in certi passaggi è decisamente da brivido, degno del miglior Bush). Deprecabile a mio avviso l’ennesima scena di citazione disneyana (i Simpson non sono Shrek e non devono esserlo), ma per tutto il resto c’è solo la parola "MITICO"… D’Oh!