Ed eccoci all’appuntamento tanto atteso con sadismo, sangue e viscere. Terrifier 3 di Damien Leone è esattamente quello che ti aspetti, né più né meno. Oddio, a livello di chiarezza narrativa se vogliamo preferivo Terrifier 2. Qui ci spingiamo in territori ancora più deliranti. Ma comunque godibili, per amanti dello splatter puro e duro. Sembra quasi che il caro Damien abbia adottato la tattica registica del porno anni ’80: dialoghi noiosi e prevalentemente fuori contesto recitati da attori cani che ti fanno pensare “sì, ma quando scopano?” – che in questo caso è “sì ma quand’è che arriva Art il clown e li fa a pezzi con l’ascia o li spappola a martellate?“.
Detto ciò, Terrifier 3 ha una intro da manuale che fa impallidire ogni slasher natalizio mai prodotto, con Art simpaticamente vestito da Babbo Natale che stermina e smembra una famiglia intera, bambini compresi, con il suo proverbiale sadismo misto all’attitudine da Marcel Marceau sotto LSD.
Il tono del film è settato, il sangue scorre a fiumi, il macellaio della famiglia Leone è contento di poter contribuire agli effetti prostetici del film. Il selling point per tutti (attori e spettatori) è “OMG ho vomitato“: lo ha detto persino David Howard Thornton, l’interprete di Art, a proposito di una scena che ha girato.
C’è sempre Sienna (Lauren LaVera) che è l’antagonista principale di Art con suo fratello Jonathan (Elliot Fullam), e c’è l’inquietante Victoria di Samantha Scaffidi che è poi – se non erro – una delle vittime con la faccia sciolta dall’acido di Terrifier che in Terrifier 2, in una delirante scena post credits, partoriva la testa di Art in un ospedale psichiatrico.
Terrifier 3 si ricollega direttamente al corpo di Art decapitato e alla testa partorita da Victoria: Art “si rimette la testa sul collo” e procede. Non chiedete oltre, è così e basta. Ad eguagliare la “scena della camera da letto” di Terrifier 2 qui abbiamo una “scena nella doccia” in cui Art usa la sega elettrica per – ehm – penetrare un baldo giovanotto. Se mi stavo per caso chiedendo se Terrifier è una saga un po’ misogina, Leone con questa scena di pura devastazione genitale mi risponde “no no, facciamo lo stesso anche con i maschi”.
Per il resto Art è il solito simpaticone, disegna l’angelo sdraiato per terra nel sangue delle sue vittime, si mangia i biscottini riservati a Babbo Natale per rinfrancarsi dopo gli omicidi, si sostituisce al Babbo Natale in un centro commerciale facendo esplodere una bomba in faccia a tutti quei bambini molesti che vogliono farsi la foto sulle sue ginocchia, e ovviamente strappa la faccia a un altro Babbo Natale per garantirsi una bella barba bianca. In questo senso, Terrifier 3 è il perfetto film natalizio.
Alla fine ci sono cristi, madonne, corone di spine e torture sempre più estreme e Art viene sconfitto di nuovo… senonché lo vediamo salire tranquillamente su un autobus di linea e suonare la sua simpatica trombetta sporca di sangue, pronto per Terrifier 4. Che a questo punto speriamo sia ambientato a Pasqua.