UN DEBRAYAGE AL GIORNO

Lo so, è che sono pigro.
I miei amici ne sono perfettamente al corrente. Con chi, se non con loro, mi posso lamentare del fatto di dover – quindici anni dopo il termine dei miei studi universitari – ricominciare a studiare la semiotica?

Intendiamoci, la semiotica è sempre stata una delle mie materie favorite. In particolare la semiotica visuale. Però capirete anche voi che in un mondo di quotidiane necessità quali: guadagnare abbastanza per pagare affitto bollette e supermercati, studiare nuovi e geniali modi per pararsi il culo dalla brama di capri espiatori della classe dirigente, cercare di stare bene con famiglia e amici e da ultimo lasciare quel poco di spazio allo sviluppo creativo e intellettuale (quel tanto che basta per non morire cerebralmente), in un mondo del genere, dicevo, che spazio può ancora avere uno come Algirdas Julien Greimas?

Eppure negli ultimi giorni il baffuto semiologo lituano è tornato nella mia vita, in un momento in cui Del senso e Semiotica e scienze sociali sono lì, nel ripiano più nascosto della libreria a prendere polvere. All’inizio ho provato fastidio, come quando un vecchio parente inacidito viene a stabilirsi a casa tua occupandoti il cesso per delle ore e sbriciolando savoiardi sul divano. Poi mi sono abituato alla sua presenza e sono riuscito a ritrovare un rapporto che credevo perduto.

Succede per colpa di Carlotta, che mi obbliga a rendere più dense le mie lezioni di teoria all’Accademia di Fotografia: non ci sono cazzi, lei vuole che io spieghi un po’ di semiotica visuale. Però in due ore. Il che, comprenderete, è un compito da far tremare i polsi. Presto, affrettati, rispolvera il tuo Greimas! Come sintetizzare i formanti figurativi e quelli plastici in due ore di lezione, per di più senza usare un linguaggio troppo specialistico? Come creare delle slide che siano dense di… senso senza che siano anche causa scatenante di tendenze suicide?

Il compito è difficile, ma spero di esserci riuscito.
Ho rotto le palle agli amici, lo ammetto, ma ora sono contento.
In fondo fare analisi semiotiche è come andare in bici: non si dimentica mai veramente.
Ora provo a illustrare le slide a Stefi.
Se non si addormenta al debrayage, vuol dire che ho fatto un buon lavoro.
Il problema, però, è non addormentarmi io…